“Di sicuro è un caso isolato. Non rappresenta la realtà del settore”. Eppoi “non si può fare di tutta l’erba un fascio” e di sicuro “si tratta di una pecora nera: gli allevamenti intensivi non sono tutti così”. Ormai da anni, ad ogni documentata denuncia da parte di gruppi animalisti sulle stalle intensive di bovine da latte, il refrain è sempre lo stesso.
Eppure, una alla volta, le denunce aumentano e ci inducono a credere che davvero non si tratti di casi isolati, ma di un modus operandi che – attraverso diverse sfumature e intensità – è proprio e appartiene a chi, allevando animali vede in essi uno strumento produttivo, o poco più: una macchina da alimentare per produrre merce da vendere. Merce che vale sempre meno, in un mercato in cui tutto vale meno: la vita degli animali e persino quella degli esseri umani.
A dare corpo a questa chiave di lettura è giunto, lunedì scorso, 14 febbraio, un servizio televisivo della Bbc intitolato “A cow’s life: The true cost of milk” (“La vita di una mucca: il vero costo del latte”). Una trasmissione che, ancora una volta, ha mostrato – attraverso immagini prodotte dall’associazione Animal Equality – non il benessere bensì il malessere animale: vacche a terra trainate a forza sul camion per compiere il loro ultimo viaggio, vacche brutalmente percosse per un nonnulla, vacche violentemente intubate per essere alimentate in maniera forzata. E infine vacche a terra, sparate in testa da operai, perché “la soppressione fatta dal veterinario costa troppo”, quando i margini di guadagno sono sempre più stretti.
Ma non solo: perché la trasmissione ha descritto le “ragioni” per cui i vitelli maschi sono separati dalle loro madri, nutriti con latte in polvere, e destinati ad una breve vita in cui la parola “rispetto” è totalmente assente.
Attraverso il contributo di vari esperti del settore, il programma è giunto a spiegare alcune problematiche sanitarie croniche e assai diffuse, per animali allevati in maniera intensiva, come le mastiti e le zoppie. Entrambe strettamente connesse con quel tipo di allevamento – forzato e innaturale – in cui le bestie non hanno un nome ma sono riconoscibili attraverso un numero distintivo. Un mondo in cui tanto meno i “numeri” (finanziari) quadrano e tanto più la sofferenza animale e l’abominio crescono.
Peccato davvero anche perché, fatta salva la crescente componente dei consumatori alla deriva (migrati verso bevande vegetali che neanche lontanamente andrebbero considerate sostitutive del latte), le recenti analisi diffuse da Ahdb (Agriculture and Horticulture Development Board) e basate sui dati di mercato di Kantar avevano fornito appena due settimane fa un quadro rassicurante del comparto, caratterizzato da consumi “significativamente elevati” per tutti i segmenti del settore (latte, burro, yogurt, formaggi, etc.) rispetto ai livelli pre-pandemia.
Nell’ultima indagine, le vendite totali dei prodotti lattiero-caseari nel Regno Unito sono infatti aumentate dell’11,3% rispetto al 2019, con volumi in crescita del 6,3%. Tra i segmenti più performante quello relativo a formaggi e latticini, che ha registrato un +13,2% dei volumi, mentre il burro ha segnato un +16,5% e il latte un +5,8% rispetto al 2019.
Le confortanti proiezioni che gli esperti avevano azzardato relativamente ai dati del 2022 rischiano ora di sciogliersi come neve al sole, a fronte dei maggiori costi di produzione, della lievitazione dei prezzi al consumo e, purtroppo, di una naturale “fuga” dai prodotti lattiero-caseari che si registra dopo servizi giornalistici come quello che Bbc ha messo in onda sette giorni or sono.
Il programma, che ha anche messo a confronto la produzione lattiero-casearia industriale con le pratiche di realtà non intensive – come quella della scozzese The Ethical Dairy – ha offerto diversi spunti di riflessione ai consumatori che vogliano modificare il loro orientamento agli acquisti: le alternative esistono, e se non si vuole essere complici di certi orrori, pur continuando ad acquistare prodotti lattiero-caseari, basta saper scegliere.
21 febbraio 2022
Alcune delle scene incluse nella trasmissione “A cow’s life: The true cost of milk” della Bbc sono contenute in questo video, pubblicato da Animal Equality giovedì scorso, 17 febbraio