Svizzera: la produzione di burro non soddisfa la domanda, via libera all’incremento dell’import

Burro
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Ancora una volta – la terza quest’anno – la Svizzera ha deciso di importare del burro, per pareggiare la richiesta di mercato con la disponibilità di prodotto. L’Ufag (Ufficio Federale dell’Agricoltura) ha infatti accolto, giovedì scorso 16 giugno, la richiesta avanzata in questo senso dall’Ip Latte – l’organizzazione interprofessionale, che raggruppa produttori, trasformatori e distributori – autorizzando un incremento del contingente importabile dal 1º luglio al 31 dicembre prossimi pari a mille tonnellate.

“Poiché in Svizzera gran parte della produzione di latte viene trasformata in formaggio”, ha spiegato l’Ufag in una nota stampa, “ne rimane troppo poco per la produzione di burro. Questa liberazione delle importazioni colmerà in gran parte tale lacuna”.

Nella sua richiesta, l’Ip Latte aveva sottolineato quanto sia difficile stimare l’evoluzione della situazione di mercato dei prossimi mesi: tanto la produzione di latte di latteria quanto la produzione complessiva di latte sono in aumento, ma nonostante ciò la categoria prevede che il burro continuerà a scarseggiare.

Con questa terza delibera l’Ufag ha autorizzato nel 2022 un incremento complessivo dell’importazione di burro pari a 4100 tonnellate di prodotto: all’incirca un decimo della domanda, che attualmente si aggira attorno alle 40mila tonnellate.

Il presente provvedimento arriva a poco più di due settimane dal voto con cui il Consiglio degli Stati della Federazione Elvetica respinse la mozione dell’Udc, che richiedeva di vietare ai caseifici l’utilizzo di latte proveniente dall’estero.

20 giugno 2022