
La Commissione Europea ha avviato il complesso iter per la revisione delle normative in merito al confezionamento e all’etichettatura, che tanto fortemente investe il settore agroalimentare. A seguito dell’adozione, nel marzo scorso, del Ceap (Circular Economy Action Plan; in italiano Piano d’azione per l’economia circolare), con cui sono state introdotte una serie di iniziative eco-logiche che accompagneranno, passo per passo, l’intero ciclo di vita dei prodotti.
In sostanza il Ceap promuove processi di economia circolare, incoraggia il consumo sostenibile e mira a garantire che i rifiuti siano ridotti drasticamente o addirittura evitati, e che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile all’interno dell’economia Ue.
L’Unione Europea punterà anche a rendere più efficace l’informazione relativa alle sostanze chimiche (p.e.: conservanti e coloranti) presenti nei prodotti e, così facendo, a ridurre gli effetti negativi che esse esercitano sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.
I vantaggi dell’etichetta digitale
L’introduzione dell’etichetta digitale permetterà la semplificazione dell’accesso alle informazioni generali e specifiche, consentendo ai consumatori di conoscere i valori relativi all’impatto ambientale di ogni alimento. Ogni prodotto così gestito faciliterà il monitoraggio delle sostanze problematiche lungo la catena di approvvigionamento.
Un’altra innovazione rilevante riguarderà le misure tese a evitare la distruzione dei beni di consumo invenduti, a potenziare gli appalti pubblici riguardanti le produzioni sostenibili e a fornire incentivi per le produzioni agroecologiche.
L’etichetta digitale dovrà essere armonizzata all’interno dell’Ue per offrire supporto ai consumatori sulla scorta dei loro comportamenti e sulla gestione degli imballaggi, al termine del loro ciclo di utilizzo. I vantaggi dell’etichettatura digitale includono una maggiore flessibilità per adattarsi alle innovazioni introdotte, un facile accesso alle informazioni e alle utilità per i consumatori e un efficace supporto sia alla catena di approvvigionamento che alle strutture per il trattamento dei rifiuti, in termini di raccolta differenziata effettiva.
Le novità sul fronte degli imballaggi
Sempre la Commissione Europea ha introdotto le future regole sugli imballaggi che entreranno in vigore nel corso del 2024. Le nuove regole mirano a ridurre drasticamente la presenza degli imballaggi nei rifiuti (-15% nel 2040 rispetto al 2018), che allo stato attuale delle cose crescerebbe del 19% circa (imballaggi in generale) entro il 2030, con una punta del 46% riguardante i packaging in plastica.
Tra le innovazioni previste vanno evidenziate una forte spinta verso gli imballaggi riutilizzabili, la rimozione delle confezioni non strettamente necessarie e la riduzione dei sovraimballaggi. Oltre a ciò nuove e più chiare etichette guideranno i consumatori ad un corretto riciclaggio differenziato.
Le nuove regole introdotte porteranno maggior chiarezza sia ai consumatori e che ai produttori sull’utilizzo delle nuove “plastiche biologiche”, compostabili e biodegradabili, stabilendo le applicazioni per le quali tali materiali saranno davvero vantaggiosi per l’ambiente, e come andranno progettati, utilizzati, smaltiti e/o riciclati.
Plastica riciclabile e compost
A proposito di plastica compostabile, essa potrà essere commercializzata e utilizzata solo in presenza di vantaggi ambientali dimostrati, ovvero quando essa non comprometta le qualità del compost e quando in presenza si un adeguato sistema di raccolta e di trattamento dei rifiuti organici.
Per un’Ue che non dipenda dalle forniture estere
Secondo le intenzioni dichiarate dalla Commissione Europea i molti cambiamenti introdotti consentiranno di dipendere meno dall’importazione di materie prime e da fornitori extra-Ue. Inoltre, viene sottolineato che le novità inerenti imballaggi e packaging offriranno nuove opportunità produttive e commerciali, soprattutto alle Pmi.
Tre gli obiettivi principali evidenziati:
- limitare i rifiuti di imballaggio riducendone la quantità, eliminando quelli non necessari e promuovendo soluzioni d’imballaggio riutilizzabili e riciclabili;
- promuovere il riciclaggio di alta qualità – a ciclo chiuso – rendendo entro il 2030 tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE riciclabili a basso costo e sostenibile;
- ridurre la necessità di risorse naturali primarie potenziando quelle secondarie (da riciclo sostenibile), aumentando l’uso di plastica riciclata attraverso l’introduzione di nuovi obblighi.
Verranno vietati ad esempio gli imballaggi monouso per frutta e verdura e quelli per alimenti e bevande utilizzati nei ristoranti e nei bar, ma anche i flaconi di shampoo in miniatura e gli altri imballaggi dei set cortesia presenti nei bagni delle camere d’albergo.
L’obbligo di restituzione di bottiglie e lattine
Sarà inoltre introdotta la restituzione obbligatoria delle bottiglie di plastica e delle lattine di alluminio; e chiarire quali tipi molto limitati di imballaggi devono essere compostabili in modo che i consumatori possano gettarli nei rifiuti organici.
Su ogni tipo di imballaggio verrà apposto un simbolo identificativo unico per tutti i Paesi dell’Ue, riconducibile ad un pari simbolo riprodotto sui contenitori della raccolta dei rifiuti.
Le misure proposte ridurranno entro il 2030 le emissioni di gas serra derivanti dagli imballaggi, portandole dagli attuali 66 milioni di tonnellate ai 43 milioni di tonnellate. Al pari, verrebbero ridotti il consumo idrico (-1,1 milioni di metri cubi) e i costi del danno ambientale per l’economia e la società (-6,4 miliardi di euro).
12 dicembre 2022