Il packaging dell’Università di Brigham (Usa) spinge i consumatori ad un nuovo approccio col latte

Progetto per una nuova confezione di latte
Uno dei progetti per una nuova confezione di latte prodotti dalla statunitense Byu – foto Brigham Young University©

A dispetto delle non poche campagne pubblicitarie sul latte circolate negli Usa negli ultimi anni, private e istituzionali che siano (i “milk mustache” di David Beckham ad esempio), l’industria del settore non ha saputo uscire ancora dalla crisi dei consumi, che anziché arretrare, galoppa.

Per contrastare l’andamento negativo delle vendite (-52% dal 1070 ad oggi), un consorzio di allevatori e trasformatori dell’Idaho e dello Utah, denominato Dairy West, ha si è accordato con la Byu (la privata Brigham Young University) affinché alcuni studenti delle facoltà di scienze alimentari, design industriale e graphic design progettino nuove soluzioni per etichette e contenitori innovativi e accattivanti.

David Beckham
Neanche una campagna pubblicitaria con testimonial un David Beckham dai “milk mustache” riuscì a rilanciare le vendite di latte negli Usa

Venticinque i ragazzi che si sono cimentati nello stimolante compito, progettando ventuno soluzioni originali per cartoni, bottiglie e distributori del latte, sottoponendole poi al giudizio di potenziali consumatori attraverso un panel test sensoriale a cui hanno partecipato cento persone, a cui è seguito un sondaggio nazionale sulla piattaforma Qualtrics.

«Testare le nostre confezioni», ha spiegato la specialista in scienze alimentari Kanae Lee, «tra un panel sensoriale di cento persone e un campione di oltre 600 sondaggi ha sottoposto questo progetto alla critica del mondo reale. È stato divertente realizzare dei test e valutare i feedback dei consumatori per creare un packaging che piaccia».

In gioco il packaging, oltre alla grafica

Come seconda parte del progetto di ricerca, gli studenti hanno anche progettato nuove forme di packaging originali per il prodotto-latte, creando un proprio marchio, ma soprattutto reinventato il modo in cui le persone si approcciano al latte e lo consumano. Così facendo hanno creato quattro concetti innovativi:

  • un cartone di carta contenente baccelli di latte di plastica a base di alghe commestibili
  • un contenitore rettangolare in vetro riutilizzabile da utilizzare nelle stazioni di ricarica del latte nei supermercati
  • un contenitore in pasta di carta stampata compostabile rivestito con plastica a base di alghe
  • cartoni ad incastro che possono essere impilati uno sopra l’altro

Il parere dei professori della Byu

Secondo i professori della Byu che supervisionano il progetto – Bryan Howell (design industriale), Laura Jefferies (scienze alimentari) e Linda Reynolds (design grafico) – il lavoro porterà a numerose pubblicazioni e presentazioni internazionali.

Tra le attività di lancio, un articolo accademico dedicato alla ricerca è quasi pronto per essere presentato a una rivista di scienze alimentari, e anche un secondo articolo, destinato a una rivista di design è in lavorazione. Diversi studenti del team presenteranno inoltre i loro progetti nel corso dell’estate nel corso di conferenze che si terranno a Barcellona (Spagna) e a Nantes (Francia).

“Creare nuovi progetti che siano “al settimo cielo” è una cosa”, spiega il sito web dell’ateneo statunitense, “ma per gli studenti, stabilire connessioni interdisciplinari e svolgere ricerche accademiche fianco a fianco con studenti al di fuori della loro specializzazione ha cambiato in meglio la loro esperienza alla Byu”.

«Interagire con studenti di altre major», ha sottolineato Rebecca Holbrook, laureata in design industriale alla Byu, «è stata la parte migliore di questa esperienza: è stato interessante lavorare con studenti di graphic design perché siamo tutti designer, ma abbiamo approcci diversi e mi è piaciuto imparare di più sulla scienza dell’alimentazione e avventurarmi in un ambito scientifico che non mi è consueto».

Un’esperienza positiva per studenti, docenti e verosimilmente anche per i produttori della Dairy West. E chissà mai che qualche idea che non dovesse essere utilizzata negli Usa non trovi degli estimatori nel Vecchio Continente.

22 marzo 2023