Al di là delle tante industrie alimentari che a partire dal gennaio del 2020 (col concretizzarsi del Green Deal Europeo) hanno fatto dei proclami ecologici la loro bandiera (per azioni di green-washing o poco più), esistono anche delle piccole realtà, quasi sempre locali e virtuose, impegnate nel produrre rispettando ambiente, animali e consumatori.
Nei giorni scorsi due di esse, entrambe britanniche – la cooperativa di allevatori First Milk e il trasformatore Yeo Valley – hanno presentato un interessante progetto, fuori dal comune, vale a dire un “Pool per il Latte Rigenerativo” che presto prenderà il via nel sud-ovest dell’Inghilterra.
Le due organizzazioni hanno così deciso di creare il “Naturally Better Dairy Group”, che opererà per produrre e trasformare latte da agricoltura rigenerativa. L’accordo tra le parti stabilisce che gli allevatori coinvolti si impegneranno a fornire ciò che il gruppo definisce i “migliori risultati” possibili, rispettando severi parametri che riguardano il benessere animale, il rispetto del clima, della biodiversità e delle comunità locali.
Il progetto ruota attorno all’agricoltura rigenerativa, che nel Regno Unito è largamente più diffusa che in altre parti d’Europa e che i diretti interessati descrivono come “meno intensa”, precisando che il loro è semplicemente “un sistema agricolo che nel produrre cibo si impegna ad avere un impatto positivo sul mondo in cui viviamo”.
Il loro processo produttivo, spiegano i fautori del progetto, “migliora la salute del suolo, migliorando il ciclo dell’acqua e dei nutrienti, nonché la rete alimentare stessa del suolo”, che aumenta anche in termini di biodiversità. In sostanza, aggiungono, “aumentando la materia organica, il carbonio viene rimosso dall’atmosfera e sequestrato nel suolo”.
First Milk premia i produttori di latte “rigenerativo”
First Milk, che nel 2021 ha scelto di operare secondo i dettami dell’agricoltura rigenerativa, basata sull’alimentazione di bovine al pascolo (fieno nelle stagioni avverse) e sulla salvaguardia della salute del suolo, ha introdotto un incentivo monetario per i propri allevatori che adottano azioni rispettose della natura. La risposta dei soci è stata entusiasmante: già dal primo anno di attività “rigenerativa” più del 90% dei soci allevatori ha aderito al programma. In termini economici l’operazione ha portato ai produttori un premio di 0,5 pence per ogni litro di latte prodotto a partire dall’aprile del 2022 (5,8€ per mille litri di latte).
Nel presentare l’iniziativa, i responsabili delle due aziende si sono espressi con toni entusiastici. «Crediamo fermamente», ha dichiarato l’amministratore delegato di First Milk, Shelagh Hancock, «che questo approccio all’agricoltura sia il modo per continuare a produrre alimenti nutrienti a prezzi accessibili, affrontando sfide climatiche e naturali non più differibili. Gestiamo il più grande programma di agricoltura rigenerativa nel settore lattiero-caseario del Regno Unito e siamo molto felici di aver concordato questa entusiasmante intesa con Yeo».
Dal canto suo Rob Sexton, che di Yeo Valley è l’amministratore delegato, ha aggiunto che «da sempre ci appassiona produrre alimenti nutrienti e convenienti che vengono coltivati in armonia con la natura. La partnership con First Milk garantirà un’ottima agricoltura, producendo cibo naturale, sano e accessibile. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con questi straordinari allevatori per nutrire al tempo stesso sia le persone che il pianeta».
Parlare ai consumatori di qualcosa che non capiscono ancora
Dal punto di vista del marketing e della percezione che il consumatore medio britannico ha dell’agricoltura rigenerativa è interessante ricordare però quanto espresso nella primavera scorsa da Judith Bryans, AD di Dairy UK.
Bryans ha rivelato che da una recente inchiesta sui consumi alimentari, gli acquirenti non sanno chiaramente cosa significhi “agricoltura rigenerativa”. «Abbiamo lavorato molto», ha spiegato Bryans, «su ciò che i consumatori ricercano in termini di sostenibilità. In genere capiscono cosa significhi “net zero” (zero emissioni) e “sequestro di carbonio” ma in pochi afferrano il significato del termine “agricoltura rigenerativa”».
In altre parole chi vorrà farsi ascoltare dovrà trovare i termini giusti per spiegarsi, partendo da concetti più comprensibili, come “salute del suolo” e “biodiversità”. Ma non ancora, purtroppo, “agricoltura rigenerativa”.
28 giugno 2023