
Cambia la zootecnia da latte svizzera, allontanandosi dall’iconografia bucolica delle “mucche felici” e dei ridenti alpeggi. A dichiararlo implicitamente sono due dati forniti nei giorni scorsi dal Servizio d’Informazione Agricola Lid (Landwirtschaftliche Informationsdienst) e dai Psl, i Produttori Svizzeri di Latte.
La prima delle due organizzazioni, giovedì scorso 14 settembre, ha comunicato una riduzione consistente del numero di vacche allevate (– 11mila) pari al –2,14% nell’ultimo anno (da 514.509 del luglio 2022 a poco più di 503mila del mese scorso), mentre la seconda ha ufficializzato un aumento – seppur lieve – nella produzione di latte.
Da un canto, il Lid motiva il decremento dei capi con l’aumento dei costi di produzione del latte (dovuto alla guerra, all’inflazione e agli effetti della pandemia) che avrebbe indotto diversi allevatori a cessare l’attività, mentre dall’altro non convincono le motivazioni addotte dagli allevatori in merito all’incremento produttivo. Oltre alla migliorata efficienza delle stalle (zootecnia di precisione) addotta come motivo principale, hanno senza dubbio inciso l’incessante spinta di molti al “miglioramento genetico” e la diffusione di razioni alimentari tese ad incrementare i quantitativi.
Ancora una notizia non positiva, quindi, ad appena due mesi dalla clamorosa intervista rilasciata da Boris Beuret al quotidiano Le Temps. In quell’occasione Beuret, che è presidente dell’Associazione Svizzera Produttori di Latte, aveva rivelato che quest’anno per la prima volta il bilancio tra import ed export della confederazione sarebbe stato caratterizzato dal segno “meno”.
Una notizia questa che aveva fatto il giro del mondo – dagli Stati Uniti all’Italia, dal Canada all’India – suscitando ovunque un grande clamore.
La riduzione dell’export caseario svizzero altro non è che una delle logiche conseguenze della contrazione del numero di aziende, che stanno diminuendo due volte più velocemente rispetto agli altri settori agricoli del Paese. Secondo il dati comunicati un anno fa da Swissmilk negli ultimi settantadue anni (1950-2022) gli allevamenti svizzeri da latte sono diminuiti dell’87%, passando da oltre 138mila a meno di 18mila. Una tendenza che, se non verrà invertita, vedrà appena 2mila aziende aperte nel 2095.
20 settembre 2023