Piovono multe sulle industrie spagnole del latte, accusate di aver fatto cartello

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La Giustizia non è lenta solo in Italia, a quanto pare: quella spagnola ha di recente emesso una sentenza di colpevolezza contro otto industrie lattiero-casearie e altri due soggetti giuridici a quattro anni dall’acquisizione delle ultime prove, confermando l’esistenza di un “cartello del latte”, organizzato dalle medesime realtà per concordare il prezzo del prodotto, cancellando la competizione commerciale e danneggiando gli allevatori.

In economia e in giurisdizione la creazione di un cartello tra aziende rappresenta l’esistenza di un accordo monopolistico tra produttori di un determinato bene con il fine di porre in essere delle misure che tendono a limitare la concorrenza sul mercato. In genere i soggetti che lo costituiscono operano segretamente, fissando e rispettando alcuni parametri quali le condizioni di vendita, il livello dei prezzi, l’entità della produzione, le zone di distribuzione.

Ad essere accusati e sanzionati dall’Audiencia Nacional – tribunale con sede a Madrid, con competenza giurisdizionale nell’intero Paese – su prove acquisite dalla Cnmc (Commissione Nazionale dei Mercati e della Concorrenza) a partire dal 2019, sono stati nomi più o meno conosciuti dell’industria spagnola e internazionale: Pascual, Danone, Lactalis e Nestlé i nomi più altisonanti, e poi Puleva, Capsa, Celega e Schreiber. Implicati con essi anche due sindacati regionali: uno operante in Catalogna, l’altro in Galizia. I dieci soggetti avevano creato un cartello per scambiarsi informazioni commerciali sensibili, con il duplice obiettivo di calmierare il prezzo di acquisto del latte in tutto il Paese, danneggiando di conseguenza gli allevatori.

L’ammontare complessivo delle multe elevate è pari a 80,6 milioni di euro, “per aver alterato il prezzo del latte crudo tra il 2000 e il 2013, danneggiando migliaia di allevatori e diminuendo la loro capacità di negoziazione dei prezzi”.

Respingendo i ricorsi delle aziende, la Corte ha iniziato ad emettere le multe azienda per azienda, in singole sentenze di accusa, determinandole in 11,6 milioni per il Grupo Lactalis Iberia, 8,5 milioni di euro per Pascual, 6,8 milioni per Nestlé e 929.644 euro per Schreiber Food España.

Attualmente sarebbe in corso il ricalcolo delle multe per alcuni soggetti, che godranno di una riduzione delle multe per alcuni periodi caduti in prescrizione. Verranno quindi diminuite le multe comminate a Comercial Alimentaria Peñasanta (21,8 milioni di euro); Danone (20,2 milioni di euro), Industrias Lácteas Granada (10,2 milioni di euro) e Asociación de Empresas Lácteas de Galicia (53.310 euro).

Risarcimento danni per gli allevatori

A quanto pare però la vicenda sarebbe destinata a non finire qui, in quanto la sentenza spalanca la porta a richieste di risarcimento danni milionari da parte dei 13mila allevatori coinvolti, che stanno organizzando azioni legali collettive.

Per la cronaca non è la prima volta che le industrie spagnole vengono accusate di cartellizzazione e di conseguenza sanzionate (accadde già nel 2015). Nulla di tutto ciò, purtroppo, accade nel nostro Paese.

28 febbraio 2024