Peta attacca ministeri e scuole bavaresi per la formazione sul latte ai docenti

Campagna di disinformazione della Peta
“Le mucche muoiono perché tu bevi latte”: una delle campagne terroristiche di Peta, per il mercato di lingua tedesca

In molti Paesi civili accade da tempo che enti governativi preposti alla diffusione della cultura – in genere ministeri – siano ciclicamente impegnati nel fornire ai propri cittadini delle occasioni per accrescere le proprie conoscenze anche nel campo dell’alimentazione e della nutrizione. Ciò accade attraverso attività divulgative spesso rivolte agli studenti o al corpo docenti della scuola dell’obbligo: in alcuni casi attraverso operazioni censurabili (come già occorso in Italia e Spagna, ad esempio), in altri con iniziative lodevoli, tese ad educare e orientare gli “adulti di domani” verso scelte consapevoli, senza l’aggiunta di secondi fini.

Ciò che è accaduto tempo fa in Baviera appartiene senza dubbio alla seconda delle due opzioni, quando – a fine febbraio – ventidue insegnanti di scuole primarie e secondarie e di una scuola professionale sono stati accompagnati in visita alla latteria Berchtesgadener Land di Piding, per capire come funzioni una filiera lattiero-casearia esemplare, in cui – dagli animali ai consumatori, dagli allevatori all’ecosistema e ai consumatori – tutti vengono trattati con il massimo rispetto e trasparenza.

Il latte spiegato agli studenti bavaresi attraverso il “modello Berchtesgadener”
L’operazione, effettuata all’interno del progetto “Alltagskompetenzen – Schule fürs Leben” (“Competenze quotidiane – Scuola per la vita», voluto dal Ministero dell’Educazione e degli Affari Culturali bavarese, che nella conferenza di presentazione dell’iniziativa si era limitato a sottolineare l’importanza del latte vaccino in una dieta sana ed equilibrata.

Ad alcune settimane di distanza, come spesso accade purtroppo di tanto in tanto, un’associazione animalista statunitense, la Peta (“People for the Ethical Treatment of Animals), attraverso la sua rappresentanza tedesca, ha deciso di sparare ad alzo zero e in maniera indistinta contro il mondo dell’allevamento in quanto tale, e contro i partecipanti e gli organizzatori dell’evento.

Chi conosca la latteria cooperativa Berchtesgadener saprà probabilmente che i propri soci conferitori sono chiamati a rispettare dei precisi disciplinari di produzione (che non hanno pari in tutta la Germania, ndr) per poter operare all’interno di quella realtà. Disciplinari che prevedono l’uso di fieno ed erba alla base dell’alimentazione delle bovine, con minime percentuali di concentrati vegetali locali e, per i prodotti “top di gamma”, il divieto assoluto di ricorrere ad Ogm e insilati.

Si salvi chi può: l’estremismo animalista di Peta spara a zero su tutti
Nonostante ciò, nonostante un contesto migliore non potesse essere scelto dal ministero per un training che offrisse a quegli insegnanti un’esperienza atta a formare una giusta conoscenza sul settore, nonostante ciò – dicevamo – strali infuocati sono stati lanciati dall’estremismo animalista verso ministero, insegnanti e contro chiunque abbia rilanciato la notizia di quell’iniziativa senza pronunciare condanna. Come ormai nello stile dei cosiddetti “ani-malati” estremisti i messaggi sono stati lanciati con la protervia ormai tipica di quel mondo, che con l’avvento dei social appare sempre più radicalizzato e violento.

L’associazione, attraverso Mareike Homann, esponente di Peta Kids ha accusato l’autorità scolastica e l’industria lattiero-casearia di “trasmettere interessi economici unilaterali dell’industria lattiero-casearia agli insegnanti attraverso la formazione continua da parte del caseificio”. “È sbagliato”, hanno proseguito gli “ani-malati” di Peta, “dare ai bambini l’impressione che il latte materno di individui senzienti e sociali sia un alimento base essenziale da cui le persone dipendono nel loro sviluppo”.

“Il Ministero dell’Educazione”, ha incalzato la Homann, “deve educare gli adolescenti su come le mucche siano sfruttate per il consumo umano e private dei loro comportamenti naturali” e che “l’educazione allo sviluppo sostenibile offre ai bambini la libertà di scelta per decidere contro questo sfruttamento indegno sulla vita degli animali”.

La replica della ministra dell’Agricoltura Kaniber
Ferme le risposte giunte dai ministeri interessati e in particolare dalla ministra dell’Agricoltura Michaela Kaniber, che si è detta «inorridita dai termini di lotta e dalle affermazioni utilizzate da Peta contro l’industria lattiero-casearia». 

Visibilmente turbata per l’attacco, Kaniber ha ricordato «l’elevata importanza che l’allevamento da latte ricopre nella conservazione del paesaggio naturale e culturale» e sottolineando «i benefici che il latte ha per la salute dei consumatori». Kaniber ha sottolineato anche che «la Società tedesca di nutrizione raccomanda il consumo quotidiano di latte e latticini, e che il latte contiene nutrienti vitali come proteine, zuccheri, minerali e vitamine importanti per la costruzione muscolare, la crescita, il metabolismo e il sistema nervoso».

Rivolgendosi agli insegnanti, la ministra li ha “ringraziati per aver partecipato all’iniziativa di formazione e ha invitato le scuole e i docenti a non farsi intimidire dagli “aut aut” ideologici del pensiero animalista. Ha sottolineato infine l’importanza che l’informazione sia versatile e che venga sostenuta dalla necessaria pratica, per trasferire agli alunni le necessarie competenze quotidiane”.

17 aprile 2024