
Senza colpo ferire, la Commissione Ue vara l’ennesima porcata alle spalle dei consumatori e dei produttori di formaggio vero. A renderlo noto, domenica scorsa, 13 ottobre, è stato il sito web Gift (Great Italian Food Trade), che in un sintetico articolo a firma del suo fondatore, avvocato Dario Dongo, ci informa circa il varo del nuovo regolamento Ue 2024/2608, che “introduce la possibilità di utilizzare la cellulosa in polvere e il gluconodeltalattone nei simil-formaggi da spalmare”. “Formaggi”, o meglio pseudo-formaggi che vengono “rinominati “prodotti caseari a pasta molle non stagionati””.
Al centro dell’operazione quindi, due sostanze che nulla hanno a che vedere né con la produzione casearia né con la salute dei consumatori, ma con gli sporchi interessi delle lobby casearie: la cellulosa e il gluconodeltalattone. “Ingredienti” di cui faremmo molto volentieri a meno, in quanto di certo non servono a nutrirci bensì a ingrassare chi ce li propinerà, sotto forma di cibo.
La “Food Additives Regulation (EC) No 1333/08”, spiega Dongo, “già ammetteva l’impiego di cellulosa e gluconodeltalattone – nei prodotti derivati dal latte diversi da formaggi, ricotta, formaggi fusi, dessert – alle seguenti condizioni” ovvero la “cellulosa in polvere, E 460, quantum satis (quanto basta, ndr) solo su “prodotti non stagionati e prodotti stagionati grattugiati e affettati” e il “gluconodeltalattone (E 575), quantum satis, solo su “prodotti stagionati”.
Lo sdoganamento dei simil-formaggi a pasta molle
Ora, con il varo del regolamento Ue 2024/2608, viene introdotta “di fatto”, argomenta il fondatore di Gift, “una nuova categoria di alimenti, attribuendo loro una denominazione – quella di “prodotti caseari a pasta molle non stagionati spalmabili” – che indebitamente richiama i formaggi”.
L’articolo, intitolato “UE, la cellulosa nei simil-formaggi da spalmare” disvela quindi la natura di prodotti letteralmente inventati dal nulla per favorire chi vorrà così fabbricarli. Sui banchi dei supermercati vedremo così spuntare il “latte coagulato per acidificazione diretta, senza separazione di siero, inspessito fino a diventare cremoso tramite aggiunta di cellulosa” (un “formaggio” non-formaggio), destinato a “divenire un sostituto a basso costo dei veri formaggi freschi spalmabili, come il caprino e il quark (paste fresche spalmabili)”.
L’inganno europeo ammantato di “green”
Il pezzo di Dongo prosegue dettagliando i contorni di un vero e proprio “inganno europeo” che ci propinerà sotto la veste di “prodotto caseario a pasta molle” una poltiglia composta da fibre di legno e latte, ammantata per di più con l’aura di prodotto “green”, con un artificio pretenzioso che nulla ha a che fare con la sostenibilità che i più, incautamente, potranno immaginare.
L’articolo si conclude suggerendo le possibili tutele che le associazioni (di “agricoltori, allevatori, produttori di formaggio vero e consumatori”) interessate dalla vicenda potrebbero e dovrebbero intraprendere per ottenere l’annullamento del regolamento.
In attesa che ciò auspicabilmente accada il consumatore che voglia tenersi lontano da una simile porcata – o porcheria – eviti come la peste i prodotti che in etichetta riportino la sigla “E 460” (cellulosa) e si vada a leggere l’interessante articolo sul prezioso sito web, che a quanti non l’abbiamo ancora fatto consigliamo di salvare tra i preferiti.
16 ottobre 2024