Il più alto e prestigioso riconoscimento internazionale – l’iscrizione nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco – è stato conferito mercoledì scorso, 4 dicembre, al brasiliano Queijo Minas, formaggio tradizionale prodotto nello Stato sud-orientale del Minas Gerais, noto – oltre che per le miniere auree – per la sua vocazione agricola.
La decisione è stata annunciata durante la 19a sessione ordinaria del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, tenutasi ad Asunción, in Paraguay. In totale novanta Stati vi hanno partecipato, presentando ben 63 candidature per l’inclusione nella prestigiosa lista.
“L’inserimento dei metodi tradizionali di produzione del formaggio artigianale di Minas nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco”, è stato spiegato nelle motivazioni che hanno accompagnato l’annuncio, “contribuirà ad aumentare la visibilità e a riconoscere l’importanza del patrimonio culturale immateriale, in particolare per quanto riguarda pratiche ed elementi della vita sociale espressi nella conoscenza tradizionale, nell’artigianato e nei metodi di produzione, nonché ad ampliare il dialogo per riflettere la diversità culturale e promuovere la creatività”.
Va ricordato che l’elenco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosce e promuove la diversità delle pratiche e delle conoscenze culturali sviluppate dalle comunità locali in tutto il Mondo. Il patrimonio culturale immateriale comprende tradizioni orali, arti performative, pratiche sociali, rituali religiosi, eventi festivi, conoscenze, pratiche e tecniche relative alla natura, all’universo e all’artigianato.
Le particolarità del Queijo Minas
“I metodi tradizionali di produzione del formaggio artigianale Minas”, spiega una nota stampa dell’Unesco, “simboleggiano la ricca diversità culturale e le conoscenze tradizionali del Paese, che collegano le generazioni e rafforzano l’identità delle comunità locali. Includere un altro elemento brasiliano nell’Elenco del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco ne riconosce anche la rilevanza per uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile”.
La tecnica di produzione del Queijo Minas – formaggio vaccino a latte vaccino – fu introdotta dal Portogallo attorno al XVIII secolo nelle fazendas della regione mineraria del Minas Gerais. Rispetto alla ricetta originaria è stato modificato il caglio, che non è vegetale ma animale. Di questo formaggio esistono diverse varianti, alcune da consumarsi fresche (branco, frescal) altre più o meno stagionate (minas padrão, queijo serro, q. serrano, q. curado, q. de coalho, q. da canasta, q. pasteurizado).
Dalla candidatura al riconoscimento
La candidatura per i metodi tradizionali di produzione del Quejio Minas è stata ufficialmente presentata all’apprezzamento dell’Unesco nel marzo del 2023 dal Consiglio consultivo sul patrimonio culturale dell’Iphan (Instituto do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional). Con la sua approvazione, i metodi tradizionali di produzione del formaggio sono diventati il primo bene culturale brasiliano associato alla cultura alimentare ad essere riconosciuto dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Le espressioni culturali brasiliane riconosciute sinora dall’Unesco sono state la Samba de Roda nel Recôncavo Baiano, la Kusiwa Art, la pittura corporea Wajãpi, la danza pernambucana Frevo, le arti performative del carnevale di Recife, il Círio de Nazaré (cero di Nostra Signora di Nazareth), i circoli della Capoeira e il complesso culturale di Bumba Meu Boi del Maranhão.
11 dicembre 2024