
L’associazione ambientalista Greenpeace ha vinto in Olanda una causa legale intentata contro il Governo dei Paesi Bassi, per non aver preso misure adeguate a ridurre i livelli di ossido di azoto e ammoniaca nell’ambiente, “dovuti in gran parte”, precisa l’associazione in una nota stampa, “agli allevamenti intensivi”.
La sentenza è stata emessa dal Tribunale Distrettuale de L’Aia la scorsa settimana e comunicata attraverso i canali media di Greenpeace venerdì scorso, 24 gennaio. I giudici hanno confermato che a causa degli inquinanti emessi da tali allevamenti gli habitat naturali del Paese sono stati deteriorati e che la normativa di riferimento non è stata rispettata. A seguito di questa sentenza il Governo olandese dovrà adottare misure efficaci per portare – entro il 2030 – almeno una metà delle aree naturali sensibili all’azoto al di sotto delle soglie critiche stabilite, pena una multa – invero esigua per un governo e per la gravità del problema – di 10 milioni di euro, nel caso in cui l’obiettivo non venisse raggiunto.
Anche l’Italia è nel mirino
«È una vittoria agrodolce», ha commentato Simona Savini, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia, «perché non dovrebbe essere necessaria la sentenza di un tribunale per far rispettare le leggi di protezione ambientale in vigore da decenni. Ci auguriamo altresì che suoni come un monito anche per il nostro Governo, visto che l’Italia è sottoposta a una procedura di infrazione per il mancato rispetto della Direttiva Nitrati, dovuta agli eccessivi carichi di azoto che contaminano alcuni territori italiani, provenienti principalmente dagli allevamenti intensivi».
Il nostro Paese, infatti, rischia di dover rispondere di fronte alla Corte di Giustizia Europea e di dover pagare ingenti sanzioni “per non aver protetto adeguatamente”, precisa la Commissione Europea in una recente missiva inviata al nostro Governo, “le acque e la popolazione dall’inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole”.
Tanto in Italia quanto in Olanda, l’inquinamento da nitrati di origine zootecnica colpisce in particolare i territori con un’alta concentrazione di allevamenti industriali, come ad esempio la Pianura Padana Lombarda, “dove”, spiega in la nota stampa di Greenpeace Italia, “il 40% dei comuni che si trovano in zone vulnerabili ai nitrati superano i limiti di legge consentiti per i livelli di azoto di origine zootecnica”.
“Con questa sentenza”, prosegue Greenpeace Italia, “il Governo olandese dovrà dare una rapida risposta non solo per tutelare l’ambiente e i suoi cittadini, ma anche tutte quelle aziende agricole che devono essere incoraggiate e sostenute in una transizione ecologica non più rimandabile”.
Richiesta una moratoria sugli allevamenti intensivi
Un piano di azione che vada in questa direzione è sostenuto anche da Greenpeace Italia e da altre associazioni del nostro Paese, mediante la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi”. La proposta affronta in modo diretto il problema dell’eccessivo carico di animali allevati, chiedendo un’immediata moratoria sugli allevamenti intensivi, e una graduale ma non più rimandabile transizione agroecologica del settore zootecnico.
«La proposta di legge», ha aggiunto Savini, «è stata depositata ormai dieci mesi fa: abbiamo la possibilità di aprire una discussione nel Paese e nelle sedi decisionali sulla necessaria trasformazione del nostro sistema agroalimentare. Ci auguriamo che venga colta per tempo».
31 gennaio 2025