Stati Uniti: raddoppiati nel 2024 ricoveri e decessi per contaminazioni alimentari

Fragole
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Parafrasando un antico detto, se l’Europa di certo non ride sul fronte delle zoonosi di origine alimentare, gli Stati Uniti di certo piangono, e piangono più di un anno fa, già che i casi di ricoveri e decessi per cibo contaminato sono aumentati rispetto al 2023.

Il nuovo rapporto “Food For Thought 2025”, pubblicato dallo statunitense Pirg (Public Interest Research Group) ha infatti rivelato, tra l’altro, che i ricoveri e i decessi per cibo sono raddoppiati nel 2024, raggiungendo picchi mai registrati negli ultimi cinque anni, principalmente per allergeni non dichiarati, seguiti a ruota da quelli contaminati da listeria e salmonella.

Il cibo contaminato da listeria monocytogenes, salmonella ed escherichia coli (nell’ordine per virulenza) è aumentato del 41%, e il 98% di tutte le malattie registrate è stato collegato ad appena tredici focolai (dodici dei quali dovuti a salmonella, listeria, escherichia coli). 241 richiami sono stati avviate dalla Fda (Food and Drug Administration, +8%), mentre la Usda (United States Department of Agriculture) ne ha prodotti 55 (-38%).

I richiami per contaminazione da listeria sono stati a 65, quelli da salmonella 41. Gli alimenti più spesso contaminati da listeria sono il latte crudo, i formaggi a pasta molle, leverdure, la frutta, il pollame (se poco cotto), gli insaccati, le insalate di gastronomia, i paté, le verdure a foglia verde e i gelati, mentre gli alimenti più facilmente contaminati da salmonella sono le uova, le verdure (spesso i cetrioli), la carne e il pollame (se poco cotti), il latte crudo, la frutta (spesso i meloni), le verdure a foglia verde, le insalate preconfezionate e gli alimenti trasformati (salumi, petti di pollo ripieni, ecc.). 

Mille e quattrocento le persone che complessivamente si sono ammalate per intossicazioni alimentari, 1370 circa delle quali legate a tredici focolai collegati al consumo di prodotti consumati fuori casa, acquistati da esercizi affermati (McDonald’s, Boar’s Head, ecc.) o a cibi consumati abitualmente, in casa o fuori, come cetrioli, carote, uova, noci.

I ricoveri, infine, sono passati dai 230 del 2023 ai 487 del 2024 (+211%), e i decessi da 8 a 19 (+207%).

Il contrasto del fenomeno

Per contrastare il fenomeno, gli enti preposti raccomandano alla popolazione di rimanere aggiornati sui richiami alimentari e sui focolai, e a seguire le buone pratiche di sicurezza alimentare (cuocere bene carni e pesci, lavare scrupolosamente frutta e verdura, in acqua addizionata con disinfettante, ecc.). I soggetti appartenenti a categorie ad alto rischio di intossicazione alimentare, faranno bene ad evitare cibi potenzialmente rischiosi, quali i germogli, le verdure e la frutta pre-tagliate, i prodotti a base di latte crudo non stagionati, i formaggi a pasta molle e carni e gli insaccati. 

Il cibo da cuocere andrà portato ad una temperatura interna sicura (sarà bene dotarsi di apposito termometro digitale), evitando di riscaldare più volte il cibo avanzato e scongiurando le contaminazioni incrociate (mai porre a contatto un alimento cotto con uno crudo a rischio). Il lavaggio accurato delle mani sarà sempre fondamentale immediatamente prima di manipolare il cibo e sedersi a tavola: toccare ad esempio la maniglia di una porta o il proprio cellulare prima di entrare in contatto con il cibo è un atteggiamento a rischio troppo spesso sottovalutato.

7 marzo 2025