La crisi morde ancora gli allevatori di tutta Europa e in Francia la Fdsea (Fédération Départementale des Syndicats d’Exploitants Agricoles) si rende ancora una volta protagonista di una protesta eclatante ed efficace, sui diritti dei consumatori e degli allevatori o per meglio dire sugli abusi perpetrati dalle industrie in tema di etichettature alimentari.
Scenario dell’azione, ancora una volta, sono stati i magazzini Leclerc (la prima Gdo transalpina, con oltre 500 punti vendita in Francia e più di 600 in Europa), stavolta nel quartiere Cleunay, a Rennes, dove giovedì scorso, 5 ottobre, un gruppo di quindici allevatori e agricoltori – aderenti alla Fdsea 35 d’Ille et Villaines e ai Ja (Jeunes Agriculteurs) – hanno effettuato un’azione tesa a individuare e denunciare le irregolarità riscontrate.
Centinaia le confezioni di carne e di latte (e relativi derivati) controllate dalla brigata, i cui componenti ancora una volta indossavano magliette blu su cui campeggiava la scritta “Police des viandes”. A seguito dell’intervento – che come altre volte si è svolta senza incidenti – sono state evidenziate varie irregolarità ma soprattutto prezzi al dettaglio che, all’analisi delle verifiche sui prezzi alla stalla, hanno evidenziato una grave speculazione da parte della stessa Leclerc.
Come dichiarato dai fautori dell’iniziativa, l’intenzione della Fdsea e dei giovani agricoltori è quella di esercitare pressioni su Michel-Edouard Leclerc, presidente della società E. Leclerc, detentrice degli omonimi magazzini, accusato di rifiutare da tempo eventuali rivalutazioni dei prezzi alla stalla, rivendicati da chi vorrebbe invece valorizzare le produzioni agricole, facendole uscire dalla crisi e offrendo maggior dignità agli stessi produttori.
Con l’occasione, i vertici della Fdsea hanno inoltre respinto con fermezza le recenti accuse mosse loro dallo stesso Leclerc e divulgate giorni fa dalla pagina Facebook dell’azienda. Secondo l’imprenditore, i contadini aderenti alla federazione agricola sarebbero “sostenitori della vita cara”, in quanto dal suo punto di vista eventuali rivalutazioni dei prezzi all’origine non farebbero che gravare sui prezzi di vendita.
Intervistati dai media locali, i quindici contadini che hanno agito nel supermercato hanno affermato che un aumento di 10-15 centesimi di euro al litro sarebbero sufficienti a ridare dignità al lavoro degli allevatori di vacche da latte, incidendo poco o nulla sul prezzo finale del prodotto, sia esso latte alimentare o derivato del latte.
9 ottobre 2017