Latte per l’infanzia: i cinesi non si fidano più del prodotto interno

 Un deputato nazionale della Repubblica Popolare Cinese, tale Zong Qinghou, magnate del settore delle bevande, ha sollecitato un più rigoroso controllo legale nei confronti dell’industria nazionale del latte, auspicando che le “pecore nere” ancora presenti nel settore finiscano presto nelle patrie galere. 

Zong Qinghou, ha fatto queste osservazioni dopo che venticinque persone sono state di recente arrestate dalle autorità di Hong Kong per aver violato il divieto di accaparramento di latte in polvere. Il fenomeno che si è manifestato negli ultimi mesi preoccupa il governo centrale cinese, per la sua rilevanza sociale: la fiducia dei cinesi verso la produzione nazionale di latte per lo svezzamento è (dopo gli scandali degli anni scorsi, per via della melamina, ndr) pari a zero, e così la gente che necessita del prodotto migra nella regione amministrativa speciale per acquisti che nei casi più eclatanti – e non sono stai pochi – hanno raggiunto la dimensione della vera e propria incetta.

«Personalmente, non riesco a capire il nuovo regolamento di Hong Kong», ha dichiarato Zong alla stampa, «ma prendendo Hong Kong come uno specchio dei tempi, vediamo bene l’inadeguatezza della nostra legislazione in materia di sicurezza alimentare. A partire da venerdì della scorsa settimana, le persone che lasciano Hong Kong possono acquistare un massimo di due scatole di latte artificiale. I trasgressori rischiano una multa di 500mila dollari di Hong Kong, pari a 64.500 dollari Usa, oltre alle pene detentive, sino ad un massimo di due anni.

 

La nuova regola è stata realizzata a seguito di una grave carenza di alcune marche popolari di latte in polvere registrate di recente nei punti vendita al dettaglio della città, in gran parte a causa della domanda in aumento di acquirenti privati, provenienti dal continente.

 

Secondo il deputato, il paradosso cinese in questo ambìto risiede nel fatto che, «pur vigendo a Hong Kong la pena del carcere per gli accaparratori di latte per l’infanzia, le autorità continentali non hanno il potere di inviare quelle “pecore nere” in prigione». A tempo stesso, le autorità sanitarie cinesi hanno assicurato che il 99% del latte in polvere per bambini prodotto nel Paese soddisfa gli standard di qualità nazionali.

 

«Nonostante ciò», assicura un altro deputato, Peng Weiping, «molta gente ancora corre a Hong Kong per acquistare latte in polvere d’importazione, il che dimostra che c’è davvero tanto da fare per ottenere di nuovo la fiducia dei consumatori per il latte prodotto in casa nostra», ha detto un altro deputato nazionale, Peng Weiping, della provincia di Anhui, nell’est della Cina.

 

Lo scandalo del latte alla melamina esplose nel 2008, quando oltre 3mila bambini rimasero intossicati e sei di essi morirono. Nell’incontrare la stampa, Zong ha infine rivelato la propria intenzione di «acquistare una fattoria e del bestiame in Australia, per garantire al proprio Paese la necessaria sicurezza di un latte in polvere buono davvero, e per ricostruire la fiducia dei consumatori» per il prodotto nazionale. «Adesso», ha concluso il deputato, «bisogna far sì che a pagare per le loro colpe siano i trasgressori. E non gli acquirenti».

 

9 marzo 2013