Buon letame e pascolo per il nuovo latte delle Asturie

È fondamentale il buon uso del letame nel nuovo progetto del SeRIDA, nell'entroterra cantabrico

Il latte dell'entroterra cantabrico punta ad essere, senza mezzi termini, un riferimento certo, in termini di qualità reale, per la produzione di latte alimentare delle Asturie e dell'intera Spagna, e con esso, anche la zootecnia chiamata a produrlo potrebbe concretamente divenire "il" modello esemplare di riconversione da un'impostazione ordinaria – quella attuata sinora – ad una dimensione di agrozootecnia sostenibile.

Adela Martínez, responsabile del progetto "Pascoli e Foraggi" del SeRIDAQuello che verrà attuato sarà un vero e proprio circolo virtuoso a favore dei produttori e dei consumatori, in quanto tale impostazione comporterà un miglioramento del benessere animale, una drastica riduzione della chimica nei campi e un contenimento dei costi di produzione, oltre alla messa in produzione di un alimento assai valido dal punto di vista dei nutrienti "nobili". Dopotutto, un animale che produca un buon latte sarà tendenzialmente un animale in salute e ben nutrito, un contadino che riesca a far quadrare i conti e a vivere in un'azienda in riconversione non potrà che essere più fiducioso nel futuro, oltre a respirare un'aria più salubre e ad avere meno occasioni di esporsi a rischi ambientali dovuti principalmente alla chimica.

Favino proteicoIl recupero delle buone pratiche agronomiche d'un tempo, perchè di questo in sostanza si tratta, comporterà una migliore salute del terreno, che tornerà ad incorporare materia organica e a migliorare vari parametri di vitale importanza tra cui, uno su tutti, quello del potassio. La riprova, se una riprova serviva, è arrivata dalle rotazioni colturali degli otto ettari su cui il progetto è stato avviato, attualmente seminati a mais, dopo un inverno in cui la coltivazione di lolium multiflorum (loglio o loietto italico) ha evidenziato la sua dannosità per il terreno a causa – sembrerebbe – dell'apparato radicale.

Successive sperimentazioni hanno permesso di valutare positivamente le colture di favino proteico e di colza, ricche di acidi grassi polinsaturi e caratterizzate da radici che, in questo caso, sono in grado di migliorare la struttura del suolo. Oltre al significativo apporto in termini di Omega3 che si ritroverà naturalmente nel latte, queste due coltivazioni richiederanno un solo taglio a stagione, fattore positivo dal punto di vista sia del consumo di carburante – quindi della spesa – sia dell'impatto che le emissioni dei mezzi agricoli producono sull'ambiente.

ColzaEntro pochi mesi, infine, inizieranno le verifiche analitiche che metteranno in relazione i risultati raggiunti con il "nuovo" latte e il lavoro agronomico effettuato. Il passo seguente, se quanto sin qui fatto confermerà i buoni risultati attesi, è quello dell'estensione dell'iniziativa ad altre province, a partire dalla Galizia, dalla Navarra e dai Paesi Baschi, territori in cui si concentra una parte rilevante della produzione lattea della nazione.

26 maggio 2013