Zootecnia estensiva e pastoralismo nei piani statali per il Tibet

Pastorizia nel Tibet (immagine tratta dal video "Summer pasture" della Kham Film Project©)Area geografica sterminata e fortemente caratterizzata da una zootecnia rurale, il Tibet è una delle regioni cinesi più vocate al pascolamento animale, secondo pratiche tramandate da millenni, di generazione in generazione. La sua prateria naturale occupa oltre 82 milioni di ettari, pari a più del 68% del territorio tibetano. Finalmente, e grazie a un'accurata opera di censimento delle risorse, il governo della Repubblica Popolare Cinese vi ha condotto di recente la prima indagine delle risorse pascolive, annunciando poi la propria determinazione a sostenere la pratica pastorale.

I risultati dello studio, annunciati la scorsa settimana, confermano che il Tibet detiene il primato delle varietà pascolive, accogliendo nel proprio territorio diciassette delle diciotto tipologie di prato-pascolo presenti in Cina. Si tratta di un territorio aspro, largamente compreso tra i 4.000 e i 5.000 metri sul livello del mare, in cui le pratiche agricole sistematiche sono assolutamente marginali, la zootecnia è praticata allo stato brado, impiegando prevalentemente bovini e ovini, per lo più condotti lungo le direttrici dei fiumi, dove l'erba è più buona e presente, l'acqua sempre disponibile e il clima più mite e propizio a produzioni di qualità.

 

L'amministrazione statale sembra saggiamente determinata a mantenere le attitudini e le consuetudini di sempre, puntando ad operare interventi tesi al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, senza azioni invasive, che rischierebbero di snaturare la socialità e l'economia della regione. 

 

Oltre all'allevamento di bovini e ovini (filiera latte e carne), le attività zootecniche più rilevanti sono legate alle capre da cashmere, all'allevamento degli yak, dei suini e del pollame, tutti determinanti per un maggiore sviluppo dell'economia locale. L'intervento statale punterà a incrementare il reddito medio pro-capite attraverso l'ottimizzazione delle attività tradizionali e il conseguente aumento delle rese.

 

Il piano di intervento terrà conto delle tre più diffuse realtà: la zootecnia più prettamente agricola, quella maggiormante legata al pascolo e quella che pur essendo agricola è svolta nelle aree periferiche urbane. Nelle zone agricole la zootecnia supporta l'industria di trasformazione dei prodotti agricoli e quella dei sottoprodotti di origine animale, un settore, questo, che è da sempre alla base delle produzioni legate alla prateria, e sottende una produzione più tradizionale e i relativi commerci.

 

I dati riguardanti il primo semestre del 2013 confermano che la zootecnia del Tibet vive da qualche tempo un costante per quanto minimo sviluppo, conservando ulteriori margini di crescita. ''La zootecnia e le produzioni ad essa legate'', è stato comunicato in una nota stampa governativa, ''porterà i tibetani ad una nuova ricchezza nel prossimo futuro''.

 

24 settembre 2013

 

L'immagine è tratta dal video "Summer pasture" della Kham Film Project©