Latte crudo sì o latte crudo no, questo è il dilemma, quantomeno per chi alleva vacche. Ma se c'è un posto al mondo in cui il problema proprio non si pone, quello è l'Australia meridionale, in cui il commercio di latte crudo è severamente vietato per legge. Ma attenzione perché non lo si può vendere però lo si può bere. A patto che sia, ovviamente, il proprio.
Ebbene, con una legislazione così restrittiva non poteva non accadere che qualcuno tra i produttori prima o poi provasse ad aggirare l'ostacolo, con qualche espediente sul filo del regolamento, o meglio ancora a lanciare qualche provocazione per far sì che le cose possano cambiare. Ebbene, quel momento è arrivato, da qualche tempo, ovvero da quando la Mark Tyler's Dairy di Willunga Hill – a 47 chilometri da Adelaide – decise di lanciare "My Cow", un programma di "cow sharing" grazie al quale chiunque, pagando una sorta di affitto dell'animale, ottiene del latte crudo, da ritirare o da farsi consegnare direttamente a casa. Interessante notare come le bottiglie in cui il latte è consegnato sono provviste di etichetta con la dicitura "Attenzione, latte crudo di vacca. Il Governo del Sud Australia ritiene che questo latte non è adatto per il consumo umano. Loro dicono che tutto il latte di vacca dovrebbe essere pastorizzato prima del consumo".
Di certo Mr. Tyler se lo immaginava che la sua iniziativa avrebbe provocato qualche scomoda reazione da parte delle autorità locali, e così è stato. Oggi, dopo la visita degli agenti della Biosecurity SA e della Dairy Authority, le denunce e il processo per violazione della legge sulla sicurezza alimentare, che è andato avanti sul filo del cavillo interpretativo, del lecito e dell'illecito, e dopo una condanna che ha scatenato un discreto interesse nel mondo legale australiano, la parola passerà alla Corte Distrettuale di Sydney, a cui Mr. Tyler e consorte si sono appellati, nei giorni scorsi.
Nelle prossime settimane si saprà se il coraggioso allevatore di Willunga Hill sarà riuscito a dare la spallata che serviva per riportare l'Australia meridionale tra i Paesi civili, che offrono ai propri cittadini il diritto di decidere delle proprie scelte alimentari.
11 novembre 2013