Buone notizie per i consumatori, per quanto concerne la salubrità dei prodotti lattiero-caseari. L’Unione Europea ha infatti deciso di finanziare un progetto teso a definire nuove metodologie di rilevamento di tossine nel latte e nei suoi derivati, assegnando alla Fbk (Fondazione Bruno Kessler) di Trento l’incarico di coordinare un gruppo di studio internazionale che coinvolgerà ricercatori di cinque Paesi.
“Symphony”, questo il nome del progetto, si prefigge di definire nuove metodologie scientifiche per riconoscere con tempestività e certezza eventuali contaminazioni da sostanze tossiche, in particolare l’aflatossina M1, caratterizzata da un’elevata cancerogenicità. L’aflatossina M1 trae origine dai mangimi infestati dal fungo Aspergillus Flavus, che attraverso l’alimentazione entra nell’organismo degli animali contaminandone il latte (è resistente ai trattamenti termici), “con grave pericolo per la salute dei consumatori e” – precisano alla Fbk – “forti perdite economiche per i produttori”.
«Il progetto Symphony», ha spiegato Leandro Lorenzelli, responsabile del Centro Materiali e Microsistemi della Fbk, «propone una nuova generazione di dispositivi ad alta tecnologia in grado di aprire la strada a metodologie più rapide ed efficienti per l’analisi della qualità dei prodotti nell’industria lattiero-casearia e che possono permettere una maggiore precisione ed efficienza nella gestione dei processi di produzione e distribuzione, soprattutto in relazione con il problema della contaminazioni da aflatossina».
«In particolare», ha aggiunto Lorenzelli, «l’obiettivo è quello di rilevare in modo rapido ed efficiente la presenza di aflatossina nel latte e nei prodotti lattiero-caseari attraverso l’integrazione di diverse tecnologie come la fotonica, la microfluidica e la microbiologia».
In prospettiva il sistema rappresenta una svolta, anche concettuale, nell’ambito della strumentazione per il controllo di qualità nel settore lattiero-caseario. L’affidabilità del sistema finale sarà valutata in Trentino e le imprese saranno coinvolte nella sperimentazione dei risultati tecnico-scientifici. Sarà così possibile creare una stretta collaborazione tra le PMI che forniscono sensori e microsistemi e il settore lattiero-caseario, e incrementare l’utilizzo delle opportunita’ offerte dalle micro-nano-biotecnologie in ambienti industriali.
Il progetto, che verrà sviluppato nell’arco di tre anni, è stato finanziato con 2.345.379 euro nell’ambito del Settimo Programma Quadro (FP7) dell’Unione Europea e sarà incluso in un network internazionale di iniziative focalizzate nello sviluppo di microsistemi per il settore agroalimentare.
Oltre alla Fondazione Bruno Kessler, sono partner del progetto l’Università degli Studi di Trento, LioniX BV (Olanda), Epigem (Gran Bretagna), Acreo Swedish ICT (Svezia) e Quadrachem Laboratories (Gran Bretagna)
2 dicembre 2013
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