Questa è una storia triste, molto triste, per chi ne colga l'aspetto sociale più crudo. Una storia che permette di capire come la massa dei consumatori si faccia circuire dalle profferte di un marketing neanche troppo sofisticato, ma che in sostanza riesce a centrare nel segno, andando a conquistare il "suo" pubblico, in un modo o nell'altro. Un pubblico che, oltre i primi occasionali consumi, si ritrova nel tempo fidelizzato ad un prodotto, non tanto per le sue qualità intrinseche (quali?) ma magari per la "pratica" forma del prodotto (porzionato a strisce e proposto come snack), per il packaging "accattivante" e forse – chissà! – per il "simpatico" pupazzo (in fondo a questo articolo) che di quel formaggio diventa l'effige.
Quindi, i Polly-O String Cheese, vale a dire le "Stringhe di Formaggio Polly-O" – è di loro che stiamo parlando – sono una realtà emblematica del mercato di massa statunitense: prodotti dalla Kraft – che nel 1986 acquisì l'azienda casearia fondata nel 1899 a New York dall'italiano Giuseppe Pollio – sono tra i più popolari snack presenti sul mercato Usa. Nell'ottobre scorso fu proprio la Kraft a disporne il ritiro dal mercato, spiegando che per qualche non precisato motivo gli ultimi lotti della produzione sarebbero scaduti prima della data di scadenza indicata sulle confezioni: "il loro colore si deteriora, e con esso la qualità del prodotto", ebbero a dichiarare in autunno i responsabili dell'azienda.
La notizia allora non ci colpì più di tanto: un incidente di percorso come ne possono capitare a chi, producendo un alimento, decida di modificarne gli ingredienti, o la metodica produttiva. Fatto sta che allora il produttore dichiarò prossimo il ritorno del prodotto sul mercato, e ora che le lamentele sulla rete prendono sostanza, torna sul "problema" cercando di rassicurare, attraverso vari portavoce che "la situazione è sotto controllo", che "si sta lavorando duro per tornare ad averne sul mercato entro la fine di marzo", ma tant'è: la gente appare incredula e disorientata, anche per l'impopolare scelta dei vertici di Kraft di trincerarsi dietro ripetuti "no comment" alle domande sui perché di questa situazione.
Ma a colpirci – e non poco – sono le lamentele, e i messaggi accorati dei consumatori – molti dei quali sono espressi attraverso i social network, sulle pagine della Kraft – ma ancor più le manifestazioni di disagio dei genitori che manifestano preoccupazione per i propri figli.
"C'è una sorta di fedeltà alla marca", argomenta Martin G., padre di due ragazzi, che dichiara di vivere l'indisponibilità di Polly-O in prima persona, pur non essendone un consumatore: "le stringhe di formaggio hanno catturato il mercato dei ragazzi. Uno dei miei figli non vuole che quelle; alternative similari non lo interessano affatto: lui desidera solo le Polly-O".
E a lui fanno eco decine di altri, dietro ai quali si celano migliaia di consumatori a disagio. Come Freddy H., che con fare compiaciuto, ma al tempo tesso con preoccupazione, confessa, e chiede: "Mio figlio potrebbe essere il miglior testimonial per le pubblicità di Polly-O, perché non passa giorno che non reclami le sue stringhe, e non altre. Vi prego, sapete dirmi quando torneranno sul mercato, e dove?"
Affermazioni dietro cui si cela la disponibilità a mettersi in viaggio (sic!) pur di trovare in qualche negozio le tanto agognate stringhe. Nessuno però, a quanto pare, che dichiari alcun dubbio verso quella che sembra una vera e propria dipendenza dalle Polly-O String Cheese. Ed è qui l'epilogo più triste e inquietante di questa piccola storia dei nostri tempi: dove erano quei genitori quando i loro figli cadevano in balia di questa sorta di "droga" casearia? Nessuno ha avuto argomenti per aprire loro gli occhi? Nessuno davvero ha avuto idea di fargli provare qualcosa di diverso?
10 febbraio 2014