Per quanto un po' bistrattati all'estero, soprattutto in Francia e in Italia, la gastronomia e l'agroalimentare del Regno Unito hanno dei "numeri" di tutto rispetto – soprattutto in ambito caseario – grazie a poche ma ragguardevoli produzioni, realizzate per lo più su media e piccola scala. Cheddar, Stilton e qualche formaggio artigianale a latte crudo, con una buona zootecnia estensiva alle spalle, pare che abbiano finalmente preso coscienza del rischio di falsificazioni e clonazioni (e non solo, ndr) che al giorno d'oggi possono arrivare tanto dall'estero quanto dalle zone stesse di produzione.
Se n'è resa conto Elizabeth Truss, segretaria di Stato per l'ambiente, il cibo e gli affari rurali, che la scorsa settimana ha manifestato alla stampa del suo Paese più di qualche legittimo dubbio sull'uso del non poco latte che sta invadendo i caseifici britannici, e che potrebbe essere utilizzato per realizzare formaggi che mai e poi mai potrebbero essere fatti con materia prima straniera. Alla base del fenomeno, la crisi del mondo lattiero-caseario, il crollo del prezzo del latte alla stalla e la sua accresciuta circolazione sul mercato globale.
«La gente che apprezza e preferisce il cibo del nostro Paese credendolo fatto con materia prima britannica», ha esordito la Truss, «purtroppo non ha le garanzie che crede di avere. È per questo che mi sono determinata a far sì che nei prodotti lattiero-caseari venga indicata in etichetta l'origine del latte».
«Il mio secondo desiderio», ha proseguito la segretaria di Stato, «è quello di vedere più prodotti del Regno Unito sui nostri scaffali. Attualmente importiamo due terzi del formaggio che consumiamo, e una buona parte di esso sono dei "cheddar" che potrebbero essere prodotti qui anziché all'estero».
Oltre alle unioni dei consumatori, anche «gli agricoltori», assicura la Truss, «si sono lamentati di formaggi come i Valley Spire di Lidl (nella foto uno di essi), importati e venduti agli stessi prezzi dei formaggi britannici proposti con quel marchio».
A complicare le cose c'è poi il fatto che la lingua inglese è largamente diffusa nel mondo, e che formaggi come il popolare Pilgrim’s Choice vengano naturalmente prodotti con latti provenienti tanto in Inghilterra quanto in Irlanda, Australia e Nuova Zelanda.
L'esponente del governo di Londra ha riferito che le prime pressioni in sede di Commissione Europea per l'ottenimento della tracciabilità sono state esercitate, e si è detta fiduciosa nella possibilità che qualcosa possa cambiare a favore dei produttori britannici.
La nostra speranza invece è che le pari richieste già reiterate in passato da Italia, Francia e Spagna possano prendere nuovo vigore e maggior corpo, ora che alla sacrosanta richiesta di trasparenza si è aggiunta anche la voce di Londra.
2 febbraio 2015