Allevatori: nasce il marchio “Lait France” per salvare il salvabile

La crisi del latte non è solo un fatto italiano, né europeo. Delle varie dinamiche che stanno portando scompiglio nel mondo degli allevatori, quella più palese nel vecchio continente è legata alla prossima fine del regime delle quote latte (31 marzo prossimo) e alla vistosa flessione del prezzo alla stalla, passato in pochi mesi dai 46 ai 35-36 €/cent al litro, sotto i costi di produzione. Anche in Francia come negli altri Paesi storicamente vocati, non passa giorno che qualche stalla chiuda i battenti. 

Di fronte ad un ulteriore aggravamento di questa situazione, previsto a partire dal 1° di aprile, e all'accresciuta circolazione di latte tedesco – che dall'inizio dell'embargo russo ha preso a circolare nel resto d'Europa – la Francia risponde supportando gli allevatori con la creazione del logo "Lait France" (Lait collecté et conditionné en France), che chiamerà a raccolta i consumatori nel sostegno di quel che rimane della produzione interna. L'iniziativa, presentata ufficialmente venerdì scorso 6 febbraio, è stata promossa dalla Syndilait, organizzazione professionale che rappresenta tredici confezionatori d'Oltralpe. Il marchio, inizierà ad apparire sulle confezioni di latte alimentare già dalle prossime settimane e gradualmente sarà presente su tutto il latte francese entro il mese di luglio.

«Stiamo assistendo da diversi mesi a un forte aumento delle importazioni di latte dalla Germania e dal Belgio», ha dichiarato alle agenzie stampa Giampaolo Schiratti, presidente di Syndilait. «Dal settembre al novembre scorsi le importazioni sono aumentate del 38,4%, e al tempo stesso le esportazioni di latte francese sono in calo del 2,7%»

Come se questo non bastasse, la domanda interna di latte fresco è diminuita del 2,9% nel 2014, e quella dell'Uht del 4% (-2,2 miliardi di euro). «I francesi stanno perdendo sempre più la buona abitudine di fare una colazione con il latte, anche tra i bambini», spiega Jörg Müller, ricercatore presso il Credoc (Centro di Ricerca per le condizioni di studio e di osservazione vita). Eppure, nei sondaggi, i francesi confermano di preferire il proprio latte e i propri formaggi: lo dimostra una ricerca di mercato secondo cui il 60% degli intervistati dichiara di stimare nei prodotti francesi una qualità superiore. Peccato però che il consumo medio pro-capite sia passato dai 60 ai 53 litri/anno negli ultimi dieci anni.

In conclusione, l'iniziativa del nuovo marchio vuole avere un duplice effetto: da una parte aiutare i consumatori francesi a trovare il latte prodotto dei propri allevatori, dall'altra invitare i consumatori ad essere solidali con un settore in grave crisi. Secondo il ministro dell'agricoltura, Stéphane Le Foll, l'iniziativa «punterà ad accompagnare collettivamente le latterie, per il mantenimento della loro competitività, rafforzerà l'offerta, educherà i consumatori e promuoverà il riconoscimento della "qualità francese"». La retorica, è evidente, non è un'esclusiva dei soli nostri governanti.

9 febbraio 2015