A quarant’anni dal colpo di stato della maggioranza greca e dall’intervento militare di Ankara che ne sancì di fatto la spaccatura in due (il nord è di etnia turca), l’isola di Cipro potrebbe trovare una sua nuova unità in nome di un formaggio da salvare. Stiamo parlando dell’ovicaprino Halloumi, che, clonato sia a livello locale (le industrie locali producono un omonimo e insipido formaggio vaccino) che globale (sarebbe contraffatto in Europa, Nord America e Australia), sarebbe in procinto di compiere l’iter comunitario per il conseguimento del marchio di protezione “Dop”.
La ricetta originale del formaggio cipriota richiede l’uso di latte di capra e di pecora e lo rende ideale per le più disparate cotture (fritto, grigliato, fuso sul pane) e per completare non poche insalate tipiche. Caratteristica particolare: la farcitura con foglie di menta, che oltre a conferire il tipico sapore di quell’erba, garantirebbe al prodotto una prolungata conservabilità.
Ed ecco così che ora i produttori delle due etnie si ritrovano a far di necessità virtù, unendosi in un’azione comune, in quanto uno dei principali presupposti per presentare le proprie istanze a Bruxelles per la protezione, è che il richiedente sia uno, la domanda univoca e le documentazioni storiche certe ed inequivocabili. Guai presentare due richieste: verrebbero bocciate entrambe.
Con il futuro dell’Halloumi ci sono in gioco interessanti quote di mercato: il prodotto è il secondo nella speciale classifica delle esportazioni del Paese, avendo fatto registrare ben 76 milioni di euro di fatturato nel 2013. Inoltre la richiesta mondiale registra un trend positivo, e la concessione della Dop farebbe di certo registrare un ulteriore incremento della domanda e una rivalutazione del prezzo.
«Se collaboreremo, se saremo in grado di unirci e di trovare una soluzione unitaria a questa vicenda», ha dichiarato fiducioso il presidente della Camera turco-cipriota dell’Industria, Ali Cirali, «sapremo anche affrontare il problema di Cipro» perché se si vincerà «saranno entrambe le comunità a vincere, insieme».
A ben guardare in un primo momento erano stati i greco-ciprioti a presentare autonomamente la richiesta per ottenere la Dop, decidendo poi, di recente, di coinvolgere la componente turca dell’isola. Dal canto loro i turco-ciprioti avevano dapprima avanzato delle cause legali contro la richiesta, asserendo che la comunità greca non sarebbe in grado di operare nel nord.
Nel frattempo il Governo cipriota si è espresso attraverso il portavoce Nicos Christodoulides, che ha sottolineato l’importanza storica, oltre che economica, di un’azione unitaria. La speranza delle parti in gioco è che a Bruxelles non diano ora troppo peso agli iniziali contrasti e che il procedimento per ottenere la Dop possa completarsi prima dell’autunno prossimo. Da lì in avanti, immaginando un Paese meno diviso, potremo dire che un formaggio, finalmente, è riuscito a scrivere una pagina di storia.
23 febbraio 2015