Quando qualcosa fa notizia è bene che se ne parli, ma quando a raccontarla è Bloomberg, la notizia è ancora più notizia. O almeno così pare che sia. Soprattutto se – per l'ennesima volta – il famoso periodico a stelle e strisce spara a zero sulle produzioni italiane. Accade infatti che una vicenda come tante altre – la produzione di un formaggio conforme alla kasherut, la normativa ebraica per la produzione di cibo – venga presa a pretesto per formulare illazioni che con l'attività giornalistica hanno a che fare assai poco. Molto invece con la politica di denigrazione attuata da qualche tempo dai media statunitensi contro le produzioni europee, e in particolare contro quelle del nostro Paese.
La notizia, né tanto clamorosa né più di strettissima attualità – l'azienda agricola Bertinelli ha annunciato a fine aprile la prossima immissione in commercio del Parmigiano Reggiano "kosher" – è stata presentata dal periodico Usa come il tentativo di conquistare il mercato statunitense con un formaggio destinato ad una fetta rilevante del loro mercato (il titolo: "Italian Parmigiano Reggiano Goes Kosher to Grab U.S. Market"; l'articolo è raggiungibile cliccando qui).
A detta degli analisti della Lubicom Marketing & Consulting il valore del mercato Kosher negli Stati Uniti è stimato attorno ai 12,5 miliardi di dollari all'anno. La maggior parte dei consumatori – secondo Bloomberg – acquisterebbe però questi prodotti non per motivi religiosi ma per la credenza diffusa (e da non pochi ritenuta erronea: leggi qui) secondo cui essi sarebbero maggiormente salubri rispetto al resto delle produzioni in commercio.
L'articolo, firmato da Chiara Vasarri e Flavia Rotondi, sottolinea che la "Bertinelli è solo una delle aziende italiane che cercano di ottenere questa certificazione per aumentare le esportazioni, in particolare in Israele e negli Stati Uniti, dove la domanda è in forte espansione".
"Per ottenere la sua certificazione Kosher", prosegue il pezzo, la Bertinelli "ha dovuto investire 1,5 milioni di euro ed effettuare una pulizia speciale e la sanificazione della procedura di tutta la filiera, dalla fattoria alle attrezzature del caseificio". L'aspettativa è quella di "raggiungere un fatturato di circa 18 milioni di euro quest'anno, 7 milioni dei quali dalle vendute di formaggio ed il resto da altre attività" legate alla sua commercializzazione. "Tutta la produzione kosher del 2015, circa 6mila forme", sarebbero "già state vendute ad un fondo di investimenti lussemburghese".
«Attualmente», ha affermato il titolare dell'azienda, Nicola Bertinelli, in una video intervista andata in onda su Usa Today (e raggiungibile dall'ultimo link qui in basso), «il 58% circa dei prodotti alimentari sugli scaffali degli Stati Uniti sono kosher. Immaginiamo cosa accadrà in Europa nel giro di pochi anni. Credo che in un prossimo futuro numerosi produttori del settore agricolo investiranno nel mercato Kosher».
Nel frattempo è stato annunciato che il 31 ottobre la prima forma di Parmigiano Reggiano kosher – ad un anno appena dalla sua produzione – verrà tagliata simbolicamente all'interno del padiglione dello Stato di Israele all'interno dell'Expo di Milano.
Il Parmigiano Reggiano Bertinelli andrà a recuperare il mercato occupato sino ad alcuni anni fa dal caseificio Fanticini di Reggio Emilia che, a seguito del cambio di proprietà, aveva interrotto la produzione di quel particolare prodotto.
15 giugno 2015
Per approfondire:
Un articolo del settimanale Oggi in cui si presenta l'azienda Bertinelli (clicca qui per leggerlo)
e due servizi video del canale televisivo Usa Today:
"Why Parmesan is tapping the Kosher market" (clicca qui per visionarlo) e "Why it pays to go Kosher" (qui)