Il comparto lattiero è al collasso. Da Bruxelles solo cure palliative

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I risultati arrivano, anche se ancora una volta con i pannicelli caldi degli aiuti europei, e vengono raggiunti quando la protesta è globale, non certo per gli sterili raduni coldirettiani del Brennero, tanto reclamizzati dalle nostre tv. In sostanza, nel pacchetto da mezzo miliardo di fondi europei in favore del mondo agricolo, la Commissione europea ha incluso «un nuovo sistema di stoccaggio privato per il latte in polvere e il formaggio», che interesserà in particolar modo Italia, Francia, Spagna e Portogallo.

È quanto emerge dalla presentazione che Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione europea, ha fatto al Consiglio straordinario dei ministri dell’agricoltura dei 28, a Bruxelles. Le altre misure proposte rientrano sempre nell’ambito degli strumenti della Pac, a partire dall’anticipo al 16 ottobre dei pagamenti diretti già previsti per gli agricoltori a dicembre, aumentando la quota di possibile finanziamento, che passa dal 50% fino al 70%.

L’esecutivo dell’Ue intenderebbe aumentare anche il budget 2016 dedicato alla promozione, specie per i settori lattiero-caseario e della carne di maiale, con un’integrazione che si aggiungerebbe agli 81 milioni di euro già stanziati dalla nuova Pac. Oltre a questo, cercherà di sigillare accordi commerciali bilaterali con Paesi terzi, come quelli recentemente conclusi con Vietnam e Canada.

La Commissione europea intensificherà inoltre il suo lavoro per affrontare le barriere non tariffarie nei Paesi terzi, anche se l’esecutivo europeo non nasconde che nei negoziati rimangono da superare una serie di questioni fito-sanitarie e tecniche, e di barriere commerciali.

Quanto alla filiera della distribuzione, Bruxelles intende sollevare dei problemi nell’ambito del Forum di alto livello già esistente. Niente da fare invece per la richiesta di aumento dei prezzi di intervento per il latte in polvere, che secondo Katainen «non risolverebbe l’attuale problema» e non sarebbe un approccio coerente con quello di una Pac orientata al mercato.

«È chiaro», ha sottolineato il segretario generale del Copa-Cogeca (la rappresentanza degli agricoltori europei a Bruxelles), Pekka Pesonen, «che un pacchetto di aiuti di 500 milioni di euro non è sufficiente a compensare gli agricoltori per la perdita di un mercato come quello russo, del valore di 5.500 milioni di euro l’anno». Dal canto suo, il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, è intervenuto sottolineando che un intervento sul prezzo alla stalla “potrebbe incidere sulla competitività dell’Unione europea al 10% della produzione di latte da esportare».

Il lavoro da fare sembra ancora molto e non di quelli più semplici: per questo i ministri agricoli dei Paesi comunitari torneranno a riunirsi martedì prossimo, in attesa che la Commissione Europea aggiorni la sua proposta, che al momento pare non aver convinto il mondo degli allevatori.

La strada da percorrere è ancor tanta e in salita, e a sentire le opinioni del ministro Maurizio Martina e dell’europarlamentare Paolo De Castro, l’indirizzo da perseguire maggiormente è quello dell’export, accessibile però ai grandi gruppi e pressoché impraticabile dai piccoli produttori. Dopo la perdita del mercato russo, una via così lunga e complessa da non poterne vedere né i contorni né gli ostacoli.

14 settembre 2015