La Bosnia-Erzegovina, candidata potenziale all’ingresso nell’Unione Europea, ha ricevuto mercoledì scorso il via libera alla vendita del proprio latte all’interno dell’Ue, in base all’Accordo di Associazione e Stabilizzazione siglato a Bruxelles lo scorso 1° giugno (leggi qui). Commentando la notizia, il ministro per il Commercio Estero del Paese balcanico Mirko Sarovic ha precisato che «la Commissione europea ha respinto la richiesta della Croazia di fermare l’importazione del latte bosniaco».
L’esportazione avrebbe dovuto iniziare il 26 agosto con un contingente di prodotto destinato proprio alla Croazia, ma le autobotti che trasportavano il latte sono state fermate al valico doganale, accelerando di fatto la presa di posizione della Commissione Europea, che sulla questione avrebbe dovuto pronunciarsi mercoledì prossimo, 16 settembre.
La Ce aveva decretato in luglio a favore dell’esportazione di latte e latticini bosniaci, autorizzando quattro aziende (Milkos Sarajevo, Mljekara Livno, Meggle di Bihac e Mlijekoprodukt di Kozarska Dubica), dopo un lungo e meticoloso processo di accredito necessario per verificare le condizioni igienico-sanitarie e legali. A fine luglio però, pochi giorni prima che l’autorizzazione divenisse effettiva, la Croazia aveva inoltrato un reclamo tecnico senza alcuna motivazione, obbligando la Commissione a ulteriori valutazioni, dovute per legge.
“Funzionari e allevatori bosniaci”, riferisce l’autorevole portale d’informazione Eastjournal.net, “non avevano preso bene il reclamo della Croazia, minacciando misure protezionistiche contro le importazioni di latte croato. Dimostrazioni si erano tenute di fronte ai supermercati della catena Konzum, di proprietà croata. La notizia era giunta inoltre alla vigilia del vertice a Vienna del “processo di Berlino“, facendo calare un’ombra sull’effettiva buona volontà del governo croato nella cooperazione regionale con gli altri Paesi dei Balcani non ancora membri Ue”.
14 settembre 2015
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