Ogm, Ue compatta: nessuno Stato potrà legiferare a modo suo

Una nostra rivisitazione dell'idea di Ogm di Honestlyhealthyfood©Ormai la cosa è certa: nessuna norma particolare potrà essere più adottata dagli Stati membri dell'Unione Europea in materia di Ogm. Lo ha stabilito martedì scorso 13 ottobre la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, rigettando l'ipotesi di un nuovo regolamento Ue che lasci ai singoli Stati la possibilità di limitare o di proibire l'uso di Ogm sul proprio territorio, anche se autorizzati a livello comunitario. La relazione del presidente della commissione Ambiente, Giovanni La Via è stata adottata a larga maggioranza, con 47 voti a favore, 3 contrari e 5 astensioni.

Il prossimo voto sulla medesima proposta è previsto in assemblea plenaria il 28 ottobre, poi la parola passerà al Consiglio dell'Ue. Le regole in questione sono state proposte dalla Commissione Europea sulla falsariga di quelle già approvate per la coltivazione. In questo caso però la nuova normativa non convince né gli eurodeputati né il Consiglio Ue: entrambe le istituzioni hanno espresso dubbi sulla stessa base giuridica delle nuove norme, in particolare sulla loro compatibilità con il mercato unico europeo e con la legislazione dell'Organizzazione mondiale per il commercio.

La locandina del film Gmo Omg (2013) di Jeremy Seifert: uno sguardo ironico sul mondo del biotech

A questo si aggiunge la mancanza di una valutazione d'impatto e di chiarezza anche nella definizione stessa di cosa si intenda per "uso degli Ogm". I ventotto Paesi dell'Ue hanno sinora avuto la possibilità di esprimersi per ben sessantasette volte sull'autorizzazione di cibi e mangimi Ogm, senza mai raggiungere una maggioranza qualificata, lasciando così la questione aperta nelle mani dell'esecutivo Ue, che con questo regolamento ha cercato di tirarsi fuori dalle incertezze.

Nel frattempo circa l'80% della soia che l'Ue impiega negli per allevamenti di vacche da latte è già Ogm, e stando alle critiche emerse sinora, una frammentazione del mercato unico di fatto metterebbe in crisi il settore della zootecnia in Europa.

La discussione relativa alla proposta di regolamento sul biotech è ora nelle mani di scienziati, europarlamentari, rappresentanti della Commissione Ue, della filiera alimentare e dell'allevamento che attraverso l'incontro "Renationalising EU Policies? The European Debate on GMOs" dovranno definire quale strada percorrere.

Strumenti per proteggere le Dop (e non solo) dagli Ogm
La dipendenza dell'Italia dall'uso di alimenti zootecnici esteri, non del tutto tracciati e spesso proposti a caro prezzo, rappresenta un rischio per il nostro comparto lattiero-caseario. Per venire incontro alle necessità degli allevatori, e indirettamente di tutta la filiera, l'emiliano Crpa (Centro Ricerche Produzioni Animali) ha avviato un progetto di sperimentazione e innovazione degli alimenti zootecnici, con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Gli obiettivi trattati riguardano la possibilità di rendere maggiormente indipendenti di quanto lo siano adesso i circuiti di produzione delle Dop regionali.

A tale proposito il Crpa sta organizzando una serie di incontri destinati in particolar modo agli allevatori di vacche da latte per inquadrare il tema della realizzazione di una filiera di produzione e uso di alimenti zootecnici di produzione nazionale non Ogm.

19 ottobre 2015

Per approfondire:

"La coesistenza tra organismi geneticamente modificati e non: una sfida possibile?" di Nelson Marmiroli, Universitò di Parma (pdf, 1,5Mb)