Sono passati otto anni e mezzo da quando il generale Raúl Castro – attuale presidente della Repubblica di Cuba – proclamò ufficialmente che l'obiettivo principale in campo agricolo e alimentare sarebbe stato quello di produrre più latte. Il latte su cui, con fagioli neri, riso e poco altro, si sarebbe dovuto fondare il sostentamento di tutto il popolo cubano.
Un latte che a distanza di così tanto tempo rimane ancor oggi uno dei miraggi del popolo centroamericano, a causa delle non poche problematiche che attanagliano il settore, alcune irrisolte (in primis il fallimento di un piano zootecnico nazionale), altre pressoché irrisolvibili (il clima caldo-umido non aiuta a produrre più di tanto).
A venire incontro ai cubani era giunta nel 2015 la Repubblica del Venezuela, a cui ora si aggiunge la Confederazione Svizzera, che mercoledì scorso 10 febbraio ha ufficializzato una donazione di 150 tonnellate di latte in polvere, che verrà destinato ai programmi sociali dedicati ai bambini, agli anziani e alle donne in stato di gravidanza.
L'ambasciatore svizzero a Cuba, Anna Pascale Krauer, ha dichiarato che «queste donazioni di latte dalla Svizzera vengono effettuate da oltre venti anni» e sono una parte degli «aiuti umanitari che il nostro Governo compie attraverso diversi interventi di emergenza, per lo più a seguito di disastri naturali».
"Il latte" donato dalla Federazione Svizzera, è stato detto dalla tv di stato cubana, "verrà distribuito nelle case di riposo per anziani, nei collegi e a tutte le persone che rientrano nel sistema di assistenza per le famiglie in cinque province della regione orientale dell'isola".
La rappresentante del Programma Alimentare Mondiale a Cuba, Laura Melo, ha dichiarato che «il ruolo dell'agenzia delle Nazioni Unite è quello di sostenere gli sforzi del Governo di Cuba per garantire la sicurezza alimentare per le persone più vulnerabili dell'isola».
Per quanto ben accolta, la misura della donazione di latte in polvere rimane un ripiego, è ovvio, laddove l'obiettivo sarebbe (ed è, almeno da otto anni e mezzo a questa parte) quello di far sì che i cubani possano consumare latte fresco pastorizzato. Un latte la cui distribuzione nelle regioni meno popolate e più sperdute dell'isola sarebbe ancor oggi molto più che problematica.
15 febbraio 2016