Gli svizzeri amano i formaggi: questo lo si sapeva, ma gli ultimi dati, relativi ai consumi del 2015, manifestano una tendenza controcorrente rispetto ad altri Paesi del Vecchio Continente. I consumi pro-capite sono aumentati complessivamente rispetto all'anno precedente di un 1,2%, passando dai 21,240 Kg ai 21,500 Kg (+260 gr/anno). Lo ha comunicato giovedì scorso 17 marzo l'Sbv-Usp (Unione Svizzera dei contadini).
Scendendo nel dettaglio, i dati di tendenza appaiono contrastanti, con i formaggi freschi, come la mozzarella e il quark, che scalano la vetta della classifica, registrando un +8,5%, seguiti dai formaggi molli (tipo brie), con un + 3% e dai duri, che segnano un +1%. Crollo verticale per gli extra-duri: -16% per loro; flessione per i semi-duri (-4%) e per quelli da fonduta (-2%). Stabili ma sempre marginali (140 gr/anno) gli ovicaprini.
A segnare una crescita sono anche i formaggi d'importazione, che guadagnano un +7%. "Tuttavia", sottolinea una nota dell'Sbv-Usp, "i consumatori svizzeri apprezzano molto la vasta gamma di formaggi nazionali e optano per il formaggio del proprio Paese nel 70% dei casi". Nel complesso, comunque, la Svizzera del formaggio resta tra i Paesi trainanti dell'Europa, con un consumo medio pro-capite che si attesta attorno ai 17,4 Kg all'anno.
Una presentazione dei formaggi svizzeri raccontati per classi di appartenenza è raggiungibile cliccando qui.
21 marzo 2016