Formaggio agli indigenti: il Governo Usa sostiene il comparto con 20 milioni di dollari

La crisi mondiale del latte morde anche i produttori statunitensi. Complici un’infinità di convergenze negative, non ultime il crollo della richiesta sul mercato cinese, la ormai annosa chiusura doganale operata dalla Russia e la maggior circolazione di latte europeo, il crollo delle esportazioni lattiero-casearie statunitensi ha comportato nell’ultimo anno una flessione del 35% dei ricavi rispetto all’anno precedente.

Per far fronte a quella che due anni fa secondo gli analisti Usa poteva sembrare solo una tendenza – e che oggi suona come il fendente di una mannaia che porterà altri rilevanti tagli – il Governo degli Stati Uniti ha definito un piano di aiuti pubblici che non ha precedenti, e che prevede l’acquisto di formaggi per un valore di 20 milioni di dollari. Formaggi che verranno destinati ai meno abbienti attraverso la rete delle banche alimentari, alle mense sociali e a quelle delle carceri.

L’amministrazione americana è così giunta negli ultimi giorni di agosto a questa decisione, a seguito di una forte mozione avanzata da sessanta senatori che hanno fatto proprie le istanze della National Farmers Union (l’Unione Nazionale Agricoltori), dell’American Farm Bureau (Farm Bureau americano) e dalla National Milk Producers Federation (la Federazione nazionale dei produttori di latte). Istanze basate su numeri mai così eloquenti come quelli che il settore registra attualmente: nel 2015 oltre 1.200 dei 43mila allevamenti statunitensi sono stati costretti dalla crisi a cessare l’attività.

Nel presentare la decisione – che fa seguito a scelte analoghe operate su piccola scala negli ultimi due anni – il segretario all’agricoltura del Governo Obama, Tom Vilsack, ha sottolineato che «i produttori di latte della nazione stanno vivendo una seria sfida per condizioni avverse di mercato, e che le banche alimentari continuano a manifestare una forte richiesta di assistenza».

«Questa forma di acquisto di generi alimentari», ha proseguito Vilsack, «fa parte di una robusta rete di sicurezza globale che contribuirà a ridurre l’eccesso di produzione di formaggio; allo stesso tempo porta cibo altamente proteico sulle tavole dei più bisognosi. Il nostro Governo cercherà ancora in futuro tramite i suoi enti di fronteggiare l’insicurezza alimentare e di fornire una maggiore stabilità al mercato».

Mentre la soluzione viene largamente accolta in maniera positiva (ad eccezione della National Farmers Union, che la giudica largamente insufficiente, ndr), gli analisti manifestano un tiepido ottimismo per i prossimi mesi, dovuto al previsto aumento che il prezzo mondiale del latte dovrebbe registrare sino alla fine dell’anno in corso.

5 settembre 2016