I giornali contano balle: quello con le capre non è yoga

Non serve andare a fare yoga per farsi camminare addosso dai capretti e farsi quattro risate: basta stendersi a terra in una loro stalle per fare delle foto, e si raggiunge subito lo scopo! (nella foto il nostro direttore Stefano Mariotti)Lo yoga è un’auto-disciplina del corpo e della mente, legata alla religione buddista, ai suoi insegnamenti e alla sua filosofia di vita, attraverso cui si esprime una via per la realizzazione e la salvezza spirituale. Con la sua diffusione nell’Occidente, negli anni, si è manifestato un vero e proprio fenomeno di reinterpretazione, che ha visto adattare lo yoga alle varie realtà culturali e religiose, sempre più perdendo i suoi fondamenti e la sua vera natura.

Il più delle volte, nel moderno Occidente, per “yoga” s’intende un variegato insieme di attività che includono ginnastiche del corpo e della respirazione, meditazione e rilassamento, e varie altre tecniche che hanno dato luogo al proliferare di millantanti maestri proclamatisi tali senza l’appartenenza ad alcun lignaggio yogico.

Non per questo non possiamo dire che la reintrerpretazione riduttivista (e spesso stravolgente) che l’Occidente ha fatto dello yoga non abbia consentito comunque la nascita di un fenomeno positivo per quanto riguarda i vantaggi fisici e psicologici che molti soggetti hanno derivato dalla sua pratica.

Detto ciò, se c’è – e c’è sempre – un limite a tutte le reinterpretazioni e gli adattamenti, quello che ci si augura venga evitato adesso, prima che degeneri nella vuotezza modaiola, è il nuovo trend dello “yoga con le capre” di cui i media stanno dando conto (purtroppo anche testate come La Stampa e Il Secolo XIX, senza alcuna interpretazione critica, ndr).

Il nuovo fenomeno, che al pari di altre mode arriva dagli Stati Uniti, appare come una commistione tra una seduta yoga di gruppo, praticata all’aperto, su un manto erboso, e l’incursione di capretti che allegramente si cimentano in quello che sembra il loro gioco preferito: passeggiare sugli esseri umani.

La visione di alcuni filmati (ne riproduciamo qui uno esemplare, in un servizio della CNN) che presentano il più basso (e sciocco) adattamento che lo yoga abbia dovuto subire negli anni, potrà togliere ogni dubbio a chi tra i nostri lettori abbia voglia di informarsi sino in fondo. Dov’è nelle persone riprese nel video la concentrazione necessaria per eseguire gli esercizi? Dov’è il clima, dove l’orientamento olistico che si dovrebbero ravvisare in una seduta di yoga? Da nessuna parte: sono semplicemente assenti. E questo non è yoga.

Ci auguriamo che nessun capraio nel nostro Paese si faccia tentare dall’idea di lanciare una tale proposta sul mercato. La crisi incombe su molti produttori, – è vero, e la tentazione sarà forte per alcuni di essi – ma tutto ha un limite, è evidente. Le aziende che meglio sanno affrontare le difficoltà attuali sono di certo quelle che hanno saputo diversificare: formaggi sì, ma anche agriturismo, con alloggi e ristorazione, e corsi di cucina e di artigianato, ok. Ma lo yoga con le capre addosso mai. Ci rivlgiamo agli allevatori di capre che ci leggono: attrarre un pubblico di idioti potrebbe non portare grandi benefici alla vostra immagine. E forse, chissà, potrebbe anche influenzare in negativo la vendita dei vostri formaggi.

23 gennaio 2017

Il Goat Yoga imperversa negli Usa: leggi qui (in lingua inglese)