Fondi per le vacche (e le capre) con le corna: la Svizzera ha detto “no”

Vacche di razza Bruna Alpina Originale affrontano il guado. di un torrente nell’occasione di una transumanza – foto Paolo Tondina©

Nell’immaginario collettivo, la Svizzera è il Paese del buon cioccolato, degli orologi di alta precisione, delle “mucche” felici, al pascolo. Bene, se i primi due miti erano scivolati già da tempo sui terreni viscidi di un’industrializzazione che punta più alle quantità che alle qualità, il terzo cade fragorosamente in questi giorni per una decisione impopolare degli organismi governativi.

Mercoledì scorso, infatti, il Consiglio Federale ha recapitato al Parlamento la raccomandazione di respingere senza un controprogetto l’iniziativa popolare “Per la dignità degli animali da reddito agricoli (denominata “Iniziativa per le vacche con le corna”)”.

“Con l’iniziativa”, spiegano in un comunicato i responsabili dell’Ufag (Ufficio federale dell’agricoltura) “si sancirebbe nella Costituzione che vacche e capre con le corna devono essere necessariamente sostenute finanziariamente, riducendo il margine di manovra per una promozione equilibrata di tutti gli aspetti del benessere degli animali”.

Le (sacrosante) ragioni degli allevatori
Gli agricoltori che detengono consapevolmente animali da reddito con le corna percepiscono giustamente la decornazione come una grave ingerenza nella dignità degli animali. Attraverso questa iniziativa, molti allevatori intendevano fare in modo che sempre meno animali fossero decornati. E chiedevano un minimo sussidio per fare fronte ai maggiori costi che deriverebbero dal dover allevare un maggior numero di animali con le corna.

foto Pixabay©

“Concretamente”, spiegano i responsabili dell’Ufag, “nella Costituzione si sancirebbe che vacche, tori riproduttori, capre e becchi riproduttori siano sostenuti finanziariamente fin tanto che gli animali adulti portano le corna”.

Ma “l’articolo 104 della Costituzione”, proseguono all’ufficio federale dell’agricoltura, “già oggi prevede che la Confederazione promuova forme di produzione che siano particolarmente rispettose degli animali. Pertanto la detenzione di animali con le corna potrebbe essere sostenuta finanziariamente. Il Consiglio federale respinge tuttavia contributi specifici poiché nessuno studio dimostra che l’assenza di corna costituisca un pregiudizio eccessivo al benessere delle vacche o delle capre”.

foto Pixabay©

Detenere animali con le corna, secondo il parere del Consiglio federale, è quindi una decisione imprenditoriale degli agricoltori che devono decidere come affrontare il conflitto d’interessi tra la decornazione degli animali da un lato e il dispendio per la detenzione nonché il maggiore rischio di incidente dall’altro.

“Un aiuto finanziario che non promuove globalmente il benessere degli animali”, conclude la nota dell’Ufag, “bensì considera unicamente l’aspetto delle corna, potrebbe inoltre comportare un aumento della stabulazione fissa nella quale il pericolo di ferimento per gli animali e i detentori è minore. Ma un incremento della stabulazione fissa rappresenterebbe uno sviluppo indesiderato”.

Le opinioni del movimento antroposofico Goetheanum
Su questo argomento risulta interessante valutare anche il parere del movimento antroposofico Goetheanum (FondsGoetheanum), che tra le altre cose rammenta come “le corna non sono una decorazione bensì un organo importante per la formazione del cerchio sociale della vacca. Attraverso di esse l’animale può trovare e conservare il fragile equilibrio tra la vita solitaria e la vita nella mandria”.

20 febbraio 2017

La foto di apertura è pubblicata per gentile concessione dell’Azienda Agricola Tondina Paolo di Nebbiuno (NO)