Il Parlamento Europeo si pronuncerà il 16 giugno sulle nuove norme relative alle informazioni che debbono accompagnare i prodotti alimentari e raggiungere i consumatori. Il regolamento in votazione accorperà le diverse disposizioni attualmente in vigore in Europa sull’etichettatura, riordinandole e aggiornandole.
Con l’approssimarsi di questa importante scadenza, l’associazione Altroconsumo (per la tutela e la difesa dei consumatori) e il Beuc (Bureau Européen des Unions des Consommateurs), hanno invitato i parlamentari a favorire un sistema codificato, come quello basato sull’uso dei colori in etichetta, che faciliti la comprensione immediata delle quantità di grassi, totali e saturi, zuccheri e sale presenti nel prodotto. “Il consumatore, anche quello meno avveduto, avrebbe così”, sostengono i dirigenti di Altroconsumo, “uno strumento di facile lettura per scegliere che tipo di alimento sta acquistando”.
Nella proposta delle associazioni di consumatori indipendenti il codice a colori sugli ingredienti critici (rosso per un tenore alto, arancione per una quantità media, verde per una bassa quantità) dovrebbe essere integrato da una tabella con gli otto nutrienti principali, sul retro della confezione.
A oggi, lo schema utilizzato dall’industria, basato sulle quantità giornaliere indicative (GDA), è risultato essere troppo ostico per il consumatore medio, che deve prodursi in calcoli di percentuali per capire se il livello di zuccheri, grassi e sale contenuti sia accettabile oppure no.
«Pochi consumatori», ha commentato il presidente di BEUC e Altroconsumo Paolo Martinella, «leggono attentamente quanto scritto in caratteri minuscoli sulle etichette. Un sistema di immediata comprensione, attendibile e veloce, porterebbe ad acquisti più consapevoli. E aiuterebbe a combattere scelte alimentari sbagliate, che hanno portato oggi a una popolazione in Europa dove una persona su cinque è obesa».
Viene da aggiungere che nessuna associazione dei consumatori si è sinora sufficientemente impegnata per evidenziare le – a volte drammatiche – differenze tra prodotti industriali e rurali, allevamenti intensivi ed estensivi. Guardare solo alla razione alimentare bilanciata e alla sua leggibilità in confezione è solo una piccola parte del problema. A nostro avviso, non bisogna limitarsi a chiedere di sapere “quanti” grassi, proteine, zuccheri, etc, portiamo a tavola ogni giorno, ma anche “cosa” e, soprattutto, “come” è stato allevato, coltivato e prodotto ciò che mangiamo.
11 giugno 2010