Strage di pecore sulle Alpi svizzere per la pastorizia “fai da te”

Uno dei Paesi europei più rispettosi della legalità e del buon vivere civico, la Svizzera, sta scoprendo che nei suoi territori più remoti, cardine di un’economia di montagna tutt’altro che trascurabile, le Alpi, si perpetra l’illecito. A lanciare l’allarme è stata la Psa (Protezione Svizzera degli Animali) che ha denunciato in questi giorni il nuovo e preoccupante fenomeno del'”alpeggiatore fai da te”.

A quanto asserito dall’associazione, accadrebbe che una popolazione sempre più crescente di ovini, ormai prossima al mezzo milione di capi, sarebbe presente nella stagione d’alpeggio (che inizia venti giorni dopo lo scioglimento delle nevi) e in buona parte incustodita, nonostante le ferree disposizioni federali prevedano la presenza ininterrotta di pastore e cani. Questo fenomeno sarebbe indotto dalla sempre più nutrita schiera di personaggi che in questi ultimi anni si sarebbero improvvisati allevatori transumanti, basando il loro lavoro sull’erroneo convincimento che pecore e agnelli non necessitino di essere accuditi.

Una vera e propria tendenza, a quanto pare, che trova spazio tra le maglie di controlli sempre più scarsi e sempre meno severi, portando però non poche e gravi conseguenze sociali, ambientali ed etiche: dalla forte moria di capi (se ne contano tra le 7.500 e le 10.000), alle loro inutili sofferenze (ferite da filo spinato e da altre insidie le più disparate)

“Quel che è peggio”, afferma l’associazione in un suo dispaccio stampa, “è che nessuno di questi alpigiani fai da te sia perseguito o incriminato per le sofferenze che provoca”. “Anzi”, prosegue la nota della Psa, “lo Stato compensa le perdite degli ovini con denaro del contribuente. Senza contare che molti i veterinari devono intervenire per soccorrere gli ovini di questi proprietari”.

L’associazione svizzera per la protezione degli animali reclama infine la necessità di definire “nuove regole (più severe di quelle esistenti) a tutela delle greggi e degli alpigiani (in Svizzera si dice così, ndr) di professione”.

21 ottobre 2011