Si nasconde dietro le apparenze di una associazione non-profit e invece è una vera e propria lobby contro il mondo zootecnico e caseario. La sua natura giuridica è quella del comitato pubblico; quella scientifica e il radicamento al mondo medico sono delle apparenze, visto che solo 4% dei suoi aderenti ha una laurea in medicina in tasca. Periodicamente il Pcrm – questa la sua sigla, che sta per “Physicians Committee for Responsible Medicine” – balza ai disonori della cronaca per le sue campagne pubblicitarie urticanti e dispendiosissime, peraltro finanziate non si sa bene da chi.
Centinaia di tabelloni stradali dalle dimensioni colossali, e campagne sui periodi cartacei che non possono non colpire chi solo le intraveda. L’ultima di esse spara a zero sul formaggio, con foto di pance e glutei, gli uni abnormi, gli altri cellulitici, accanto a cui campeggiano claims come “Il tuo addome di formaggio” e “Le tue cosce di formaggio”. Come se a far ingrassare fosse solo il formaggio (e non il junk food imperante negli Usa), e come se tutti i grassi del formaggio fossero dannosi.
L’approssimazione imperante e la speculazione sulle paure dell’americano medio sono le leve su cui l’iniziativa è stata condotta, senza distinguere tra un formaggio industriale e da zootecnia intensiva, quello sì dannoso, e un buon formaggio a latte crudo e da animali al pascolo, che come ben sappiamo contiene preziosi grassi polinsaturi (Omega3 e acido linoleico coniugato o Cla), utili per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell’arteriosclerosi.
Oltre ad aver portato l’affondo con le affissioni e le pagine pubblicitarie, il Pcrm ha pensato bene di attaccare anche il sistema scolastico locale, richiedendo a gran voce l’esclusione di ogni prodotto lattiero-caseario dai menù delle scuole di ogni ordine e grado. Come se questo non bastasse, sono arrivate poi le dichiarazioni del presidente del comitato, Neal Barnard. I «formaggi tipici hanno un contenuto di grassi pari al 70%», ha tuonato Barnard, «e i grassi in esso contenuti sono soprattutto saturi, il che aumenta il rischio di malattie cardiache e diabete».
«Il formaggio», ha concluso il numero uno del Pcrm, «è anche ricco di colesterolo e sodio; gli americani ne consumano oggi più di 33 chili a testa all’anno, tre volte di più di quanto ne mangiassero negli anni ’70, e il nostro Paese è più obeso che mai». E sempre più ricco di speculatori e imbonitori da circo.
26 gennaio 2012