Chi si occupa di formaggi, avrà di certo sentito, e chissà quante volte, di un presidente francese – Charles De Gaulle – che a proposito delle traversie incontrate nel corso del suo incarico ebbe a sottolineare quanto sia «difficile governare un Paese che ha più formaggi che giorni nel calendario». Frase rimasta scolpita negli annali della politica d’Oltralpe, e che spesso è stata presa in prestito da noi italiani per sottolineare quanto qui da noi di formaggi se ne facciano ancor di più, di più vari e spesso di più buoni che non in Francia.
Detto questo, quel che accade oggi in quel Paese rischia di oscurare, seppur per breve tempo, la fama di De Gaulle, complice lo scivolone che l’attuale presidente Nicolas Sarkozy ha appena compiuto, con la non voluta interazione dell’attuale chef dell’Eliseo e della première dame Carla Bruni, in tema caseario.
Il primo dei due, Bernard Vaussion, intervistato dall’agenzia stampa Afp attorno all’ipotesi di ritrovarsi negli ultimi due anni della sua attività a dover rivoluzionare (nel caso in cui a vincere le elzioni sia il socialista Francois Hollande, ndr) ancora una volta il proprio lavoro in ragione dei gusti del futuro presidente. Vaussion, parlando a ruota libera si sarebbe fatto sfuggire che monsieur Sarkò da qualche tempo ha escluso dalla tavola il piatto di formaggi con cui tradizionalmente, un po’ per cultura e un po’ per vanto culinario in Francia da che mondo è mondo si suggella il fine pasto.
Le indiscrezioni trapelate vorrebbero che dietro questa scelta, che rischia di assumere i connotati di una feroce impopolarità, ci siano le pressioni della Bruni, preoccupata di tenere a bada il peso e il livello di trigliceridi presidenziali.
È curioso notare che se da una parte il gossip sta forse marginalmente influenzando i sondaggi elettorali, dall’altra Sarkozy non ha mancato di farsi riprendere assai partecipe e interessato nel corso della recente visita ad alcuni caseifici in Alta Savoia. Che di mangiar formaggi, né a casa Sarkozy-Bruni né all’Eliseo non se ne parli affatto, ma un po’ di foto e video per l’occhio dei francesi – avrà pensato il presidente – non guastano di certo.
13 aprile 2012