22 gennaio 2009 – La prospettiva dei caseifici dedicati esclusivamente alla produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop sembra non essere piaciuta molto ai piani alti del consorzio, che in una riunione convocata nei giorni scorsi ha deciso di presentare al ministero la richiesta dell’ennesima variazione al disciplinare nel tentativo di risolvere altrimenti una delle più classiche taroccature del latticino più famoso del mondo, quella di una materia prima non sempre proveniente dall’area di produzione.
Più che separare la produzione della Dop da quella di altri latticini e formaggi (come prevede la norma legislativa approvata a dicembre alla Camera e che sarà attuata a partire dal 2013), il consorzio gradirebbe che il disciplinare parlasse di latte proveniente dalla sola area di produzione. In questo senso hanno votato nove consiglieri su dieci, con il solo Giuseppe Mandara, presidente dei Lattiero-Caseari di Confindustria Caserta, che si è opposto fortemente ad una tale ipotesi. Mandara o non Mandara, la bozza del nuovo disciplinare sarà inviata in questi giorni al Ministero delle Politiche Agricole per l’approvazione, che potrebbe portare entro l’estate prossima a Bruxelles le pratiche per il “sì” definitivo.
Se tutto dovesse filare liscio, il disciplinare aggiornato potrebbe entrare in vigore nel corso del 2010, vale a dire tre anni prima dell’applicazione della norma legislativa sui caseifici separati che secondo il consorzio penalizzerebbe «i piccoli trasformatori che», chiarisce il consorzio in una nota, «non avendo la possibilità di avere due caseifici, si vedranno costretti ad abbandonare la produzione della Mozzarella Dop perché più vincolante».
Intervistato a tale proposito, il presidente del consorzio Francesco Serra si è detto certo che la richiesta di modifica sulla provenienza della materia prima eliminerà alla radice l’ipotesi della possibile commistione tra latte di bufala del territorio Dop e quello che arriva da fuori».
«Questa norma nel disciplinare Dop», ha proseguito Serra, «se accettata dagli organi ministeriali, potrebbe comportare la decadenza della legge appena approvata (quella sulla sui caseifici dedicati, che evidentemente non piace al consorzio, ndr) ».
Nel frattempo contro il consorzio si è levata già la voce del direttore di Confagricoltura Caserta, Tommaso Picone, che si è dichiarato allibito per la richiesta di modifica del disciplinare avanzata dal consorzio solo dopo che per legge è stata imposta la separazione delle lavorazioni.
«È evidente», ha affermato con forza Picone, «che il Parlamento ha colto nel segno, visto che con tanta solerzia esce addirittura una proposta che dovrebbe fare decadere la legge (sui caseifici dedicati, ndr) recentemente approvata».
“La norma”, si legge inoltre in una nota del sindacato agricolo, “si è resa necessaria perché gli stessi Organi di Controllo, e di fatto oggi anche lo stesso Consorzio, hanno in più sedi espresso l’impossibilità di effettuare controlli seri che garantiscano il consumatore se sono contemporaneamente presenti (nel caseificio) latte di altra origine o congelato e concentrato”.
«Sorprende inoltre», ha ripreso poi Picone, «come il Consorzio gestisca tutta la vicenda» dato che «non è infatti demandata al Consorzio la modifica del Disciplinare ma è bensì compito di tutti gli attori della Filiera», mentre «invece sia le Organizzazioni professionali che gli stessi allevatori soci del consorzio vengono a conoscenza della proposta dai giornali».
«A noi preoccupa», ha concluso il numero uno di Confagricoltura Caserta, «che sulla Mozzarella di Bufala ci siano oggi speculazioni enormi che danneggiano i produttori e rischiano di vanificare tutti i tentativi di rilancio che sono in atto».