L'amministrazione della Provincia Autonoma di Trento lo chiama ancora "premio benessere zootecnia", anche se a beneficiarne – attraverso il consumo dei prodotti che ne derivano – sono i consumatori. Stiamo parlando delle misure finanziarie a sostegno dell'antica consuetudine dell'alpeggio, le cui pratiche verranno istruite anche quest'anno dalla Federazione Provinciale Allevatori.
Gli aiuti vengono concessi dalla Provincia trentina alle aziende zootecniche che portano a monticazione i bovini giovani nel periodo estivo. Con una delibera firmata dall'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola, infatti, la Giunta provinciale ha rinnovato l'accordo annuale con la Federazione allevatori, confermando ad essa l'attività di istruttoria delle domande.
"Portare gli animali giovani in alpeggio", spiega l'assessore agricolo della Provincia di Trento, Michele Dallapiccola, permette di "garantire al bestiame un più lungo periodo in cui possano muoversi in libertà, aumenta la loro resistenza a certe patologie, ne riduce lo stress dovuto alla permanenza in stalla in spazi ristretti durante il periodo invernale, favorisce un migliore sviluppo dell'apparato osteo-muscolare e allunga la vita stessa dell'animale".
Un barlume di luce, finalmente, nel nero cupo in cui il "sistema-latte" trentino ha condotto negli ultimi decenni la gran parte della zootecnia della provincia, verso un'illogica padanizzazione. Un barlume di luce indotto da nessuna rivoluzione avveniristica ma semplicemente dal recupero delle buone pratiche che furono degli avi, che per millenni hanno monticato i pascoli alti delle montagne trentine.
I moderni allevatori, segnati anche qua dal palese fallimento delle produzioni intensive, hanno ora nelle metodiche d'antan una prospettiva in cui ricondurre le produzioni familiari, abbandonando le sirene di una produttività che ha ben dimostrato di saper portare solo guai a tutta la filiera: dagli animali (qualità della vita) agli allevatori (seri problemi economici), dall'ambiente (impatto ambientale) ai consumatori (alimentazione insalubre o dannosa). Ad ogni modo è bene chiarire che nessuna rivoluzione in questo comparto è possibile con una politica delle iniziative spot ma che semmai attività come questa dovrebbero indicare la strada verso una complessiva riprogrammazione ecosostenibile dell'intera filiera, che segni un ritorno alla vera qualità reale.
Per quanto concerne il premio, che consisterà nell'erogazione di 150 euro a capo all'incirca, esso – sottolinea un comunicato stampa della Provincia di Trento – "è finalizzato a garantire il benessere degli animali, sostenendo i maggiori costi che la pratica dell'alpeggio comporta" (movimentazione mandrie e vettovaglie, costi aggiuntivi di assicurazione e minore produttività degli animali). "Alla Federazione saranno corrisposti, per questo servizio, un compenso di 70 euro per l'istruttoria di ogni singola azienda socia o di agricoltori non soci, fino ad un compenso massimo totale di 42.600 euro". Una buona cosa, una volta tanto, che ci sia trasparenza sugli interessi derivati agli enti terzi sul mondo agricolo, dal momento che troppo spesso a guadagnarci sono più i colletti bianchi che i destinatari finali.
9 maggio 2016