Il Bitto storico riconquista la propria denominazione?

Il presidente del Consorzio Salvaguardia Bitto Storico, Paolo Ciapparelli (sulla destra) e l'altro leader del consorzio Gino Cattaneo, durante la "catalogazione" delle forme al termine della scorsa stagione d'alpeggioIn un futuro che non appare remoto, i produttori “ribelli” del Bitto “storico” potranno tornare a utilizzare la propria denominazione “Bitto”, interdetta da oltre un anno, a seguito della loro fuoriuscita dal consorzio della Dop. Lo hanno stabilito il 22 aprile scorso gli stessi caricatori d’alpe aderenti al Consorzio Salvaguardia Bitto Storico, nel corso di un’assemblea in cui è stata riaffermata la compattezza del gruppo

e la salda adesione all’operato del presidente Paolo Ciapparelli e del Centro del Bitto di Gerola Alta, in cui le forme di Bitto storico sono elevate a stagionature anche superiori ai dieci anni.

L'ingresso del Centro del Bitto. Ogni mensione del nome "Bitto" è stata palesemente autocensurata per evidenziare il paradosso della situazione in cui i depositari della metodica produttiva tradizionale si trovano a dover operareEd è stato proprio il Centro del Bitto, in qualità di stagionatore, a compiere il primo passo di questa fondamentale tappa che condurrà i produttori “storici” a impossessarsi di nuovo della propria denominazione: la richiesta e l’ottenimento dal Csqa (l’ente di controllo del Bitto Dop) di essere sottoposto alle procedure di controllo che portano alla marchiatura del prodotto ha dato il “la” ad ogni singolo produttore di operare una pari domanda all’ente di controllo legato al Ctcb (Consorzio Tutela Casera e Bitto).

Il presidente del Consorzio Salvaguardia Bitto Storico, Paolo Ciapparelli dispone personalmente le forme nella casera di stagionatura dopo il minuzioso controllo della loro qualitàL’unico cruccio per i produttori “storici” è quello relativo proprio alla marchiatura, in quanto l’ultimo atto della produzione, che prelude alla commercializzazione, non è compiuto dal Csqa bensì dal Ctcb, con cui i casari del Bitto tradizionale non hanno e non potranno mai avere un buon rapporto, vista la grave deriva “industrialista” (apertura ai mangimi e ai fermenti selezionati, non obbligatorietà per il latte di capra) introdotta da quell’ente.

29 aprile 2011