Alce Nero punta sullo yogurt da fieno, ma lo fa fare alla Mila

La nuova gamma di yogurt di Alce Nero, prodotta in Alto Adige da Mila con latte da fieno (non da erba). Discutibili i gusti banana e caffè, non propriamente a ”chilometro zero”

Per quanto il mondo del latte dell’Alto Adige non sia paragonabile né con quello dell’Austria né con quello della Baviera, per come sono strutturati i grandi player (cooperative di produttori oltre confine, industria che ritira da stalle, non solo piccole, in provincia di Bolzano), c’era da aspettarsi che il latte del fieno (Heumilch Stg) sarebbe stato prima o poi prodotto anche nel nostro Paese. E con esso i sui derivati, a partire dallo yogurt.

Meno prevedibile poteva essere che la Mila avrebbe cercato un’intesa con Alce Nero, la SpA bologese derivata dall’esperienza pionieristica avviata da Gino Girolomoni alla fine degli Anni Settanta in provincia di Pesaro e Urbino. Le due aziende hanno presentato nei giorni scorsi a Milano quello che è stato definito “un percorso di ricerca e condivisione” in cui ciascuna delle due componenti metterà in gioco il potenziale che l’altra non ha: Alce Nero, a corto di allevatori in grado di produrre uno yogurt all’altezza delle aspettative del proprio target di riferimento (da latte Heumilch), Mila invece senza un pubblico sufficientemente sensibile e pronto al medesimo.

Gli allevatori inizialmente coinvolti nel progetto sono quaranta, in gran parte operanti in Val Pusteria, Val Sarentino e Val Venosta, allevano tutti vacche da latte (in prevalenza razze iperproduttive come la Frisona Italiana e la Bruna Italiana da “Brown Swiss”, non l’Originale) alimentate al 75% con fieno locale (con erba fresca nella breve stagione compresa dalla primavera inoltrata alla fine dell’estate). Vietati i mangimi Ogm e gli alimenti insilati, cioè fermentati.

Un latte all’altezza di Mila, non di Alce Nero
Per quanto non esprima il massimo che si possa ottenere in questo genere di produzione (una parte delle vacche ricevono erba in stalla, quindi non possono scegliere cosa brucare, quando non al pascolo a causa delle eccessive pendenze e della natura dei terreni), il latte Heumilch Stg (latte-fieno) supera i limitati parametri del semplice biologico, assai meno restrittivo, con quota di fieno e/o erba pari al 60% del totale.

Il prodotto e il mercato di riferimento
Per quanto si possa prevedere una promozione sbilanciata sulla natura “contadina” e sull’iconografia del maso di montagna, sarà interessate verificare come il mercato possa accettare che un prodotto fresco come un derivato del latte, se da produzione del fieno, possa arrivare da centinaia di chilometri di distanza.

La presentazione del prodotto, avvenuta nel capoluogo lombardo, presso la Cascina Cuccagna, ha visto la partecipazione dei due presidenti, Lucio Cavazzoni di Alce Nero e Joachim Reinalter di Mila, dell’a.d. dell’SpA bolognese, di Reinhard Schuster, responsabile soci Mila e della nutrizionista Renata Alleva.

Due aromatizzazioni estranee al territorio europeo
Infine, una dettaglio di aspetto merceologico: ad esordire sul mercato saranno quattro referenze: il “bianco” e tre gusti “aromatizzati”: il “mirtillo” (non sappiamo se di provenienza italiana), la “banana” e il “caffè”. Una scelta che sorprende – e non poco – se vista nell’ottica dell’agricoltura “sana e locale” come ci si aspetterebbe da un prodotto dell’azienda bolognese, proveniendo due delle tre aromatizzazioni addirittura da contesti extra-europei. Come per altri prodotti di Alce Nero, anche la linea di yogurt dell’azienda adotterà l’etichetta narrante.

12 febbraio 2018