L’assessore Caria: ‘‘Oilos non deciderà il prezzo del latte’’

Una recente riunione presso l’assessorato agricolo della Giunta Regionale Sarda – foto Regione Sardegna©

Chi abbia mai pensato che, con l’annunciata nascita di Oilos (Organismo Interprofessionale Latte Ovino Sardo), i rapporti tra le varie componenti del mercato lattiero-caseario sardo avrebbero trovato qualche equilibrio è destinato a rimanere deluso. Mentre chi creda che l’industria la farà sempre da padrona, potrà trovare delle riconferme a quella sua convinzione.

Infatti, dopo i vari proclami snocciolati nell’arco di oltre un anno dai protagonisti della scena produttiva isolana – e più di recente, nel gennaio scorso, con la ripresa delle quotazioni del Pecorino Sardo – le parole dell’Assessore regionale all’Agricoltura Pier Luigi Caria hanno smorzato le aspettative di quanti credevano nella possibilità che ai produttori venisse garantito qualche strumento utile per compensare le periodiche oscillazioni del prezzo del latte. Oscillazioni (e speculazioni) a cui sistematicamente l’industria da anni li espone.

Nel presentare alla stampa le ultime novità riguardanti il comparto (in particolare il Pegno Rotativo, che dovrebbe garantire liquidità, sull’esempio del Parmigiano Reggiano, ndr) l’assessore sardo ha accennato a quello che di fatto appare come un ridimensionamento del ruolo di Oilos.

«Abbiamo lavorato per la nascita dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo», ha detto Caria, «dove sono rappresentati buona parte degli attori della filiera lattiero-casearia isolana: dai pastori ai trasformatori, cooperative e privati». Detto questo, l’assessore è giunto al punto, che rimescola molto le carte rispetto a quanto raccontato in passato, già che «L’Oilos»,  ha spiegato Caria, «non decide il prezzo del latte ma, grazie ai dati di produzione che la Regione sta raccogliendo e finendo di elaborare in queste settimane, può determinare interventi per il governo del comparto».

Certo, nessuno pensava che avrebbe deciso il prezzo, ma quantomeno che avrebbe avuto voce in capitolo per concorrere a determinarlo, tanto quanto gli altri attori della filiera, e che avrebbe annunciato e dimostrato di avere un proprio ruolo attivo, sulla scena pubblica isolana. E invece no: a più di un anno dall’annuncio della sua nascita, il racconto di chi-farà-cosa ci viene offerto dalla solita politica, con le affermazioni di sempre, con le solite ristrette prospettive di sempre. Senza che nulla di nuovo appaia, in concreto per poter sperare in un cambiamento.

Ecco quindi che al posto di soluzioni concrete che diano più equilibrio al settore, offrendo un minimo di garanzie alla base produttiva, emerge la manovra di un’amministrazione pubblica sempre al servizio dell’industria, che per gli attori deboli della filiera si limita a spendere parole più che fatti. Parole solo in apparenza cariche di significato, pronte però ad esserne svuotate quando i burattinai avranno bisogno piegare le situazioni al loro piacimento.

È così che Caria annuncia «azioni che evitino le sovrapproduzioni e il collasso dei mercati di vendita dei formaggi», definendo questo «il modo più intelligente per garantire stabilità dei prezzi per i pastori e per tutti gli altri attori della filiera». Qualcosa di ben diverso – a quanto pare – rispetto alle anticipazioni del novembre scorso, quando, in occasione della presentazione ufficiale dell’Organizzazione, l’assessore affermò che «tutti noi, con enorme senso di responsabilità, dobbiamo creare le condizioni più percorribili per costruire insieme il futuro prezzo o la futura forbice su cui oscilli la remunerazione del latte ai produttori primari, i pastori».

Sardegna, Psr e giovani in agricoltura
L’assessore è stato a questo punto abile, nel suo intervento, a spostare l’attenzione su un altro aspetto delle attività di valorizzazione delle produzioni, magnificando i cospicui investimenti di cui beneficeranno però le sole Dop isolane, con vantaggi espressi sì in termini di vendite, ma non necessariamente con l’adeguamento del prezzo del latte ai trend positivi che i formaggi dovrebbero spuntare. A tale proposito l’assessore ha spiegato che «siamo intervenuti sulla commercializzazione, finanziando con 3 milioni di euro un progetto di internazionalizzazione delle tre Dop casearie isolane: Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo».

«Questo progetto», ha poi spiegato Caria, «cofinanziato con un altro milione di euro dai Consorzi di tutela coinvolti, dovrebbe permettere incrementi di vendita che oscillano tra una forbice di un +15 e +25% nei mercati storici e in quelli emergenti».

L’assessore agricolo sardo ha poi lanciato un messaggio di speranza rivolto ai giovani, elogiando le start-up in agricoltura, e attraverso questo argomento ha introdotto la poco esaltante tematica dei finanziamenti pubblici, ancora una volta sufficienti a soddisfare una minima parte delle richieste presentate. «Nei bandi dedicati al primo insediamento dei giovani», ha spiegato Caria, «abbiamo ricevuto 2.985 domande ma, con i 70 milioni già stanziati, possiamo finanziarne solo 883. È probabile qualche scorrimento di graduatoria e il recupero di altre richieste, ma per rispondere positivamente a tutti oggi abbiamo bisogno di trovare dagli 80 ai 100 milioni di euro all’interno del Psr».

«Il fatto che molti insediamenti non siano finanziabili», ha proseguito l’assessore, «non è purtroppo una novità. Nel primo bando della vecchia programmazione 2007-2013 rimasero fuori 2.687 domande. La disponibilità economica del Psr Sardegna 2014-2020 – il quarto più corposo d’Italia – da 1 miliardo e 308 milioni, è forse una coperta troppo corta per dare risposte a tutti, ma noi ci vogliamo comunque provare».

In ragione di queste premesse la Giunta Regionale Sarda, pare di concerto con alcune delle rappresentanze corporative del mondo agricolo, studierà la rimodulazione dei fondi del Psr, per accogliere un maggior numero di domande ricevute, con un occhio attento – a quanto pare – a quelle avanzate dai giovani. Per fare questo, sono previsti ancora una volta, tagli ad altre voci di bilancio, e non è certo che che risparmieranno proprio il mondo agricolo.

5 marzo 2018