Brimi: il lancio della mozzarella da latte fieno promuove il territorio

L’Alto Adige è sugli scudi, nella produzione e distribuzione a livello nazionale di prodotti da “latte fieno”: dopo il lancio degli yogurt targati Alce Nero e prodotti dalla Mila, è la volta della mozzarella vaccina di Brimi: un prodotto originario del sud Italia che raggiunge la sua miglior espressione laddove la cultura del fieno esiste.

Per lanciare il suo nuovo prodotto, l’azienda di Varna ha lanciato il nuovo concorso “Vinci con Brimi”, che mette in palio 15 soggiorni in Alto Adige a chi acquisterà entro la fine di ottobre la confezione di “Mozzarelle Latte Fieno” da 3×100 grammi.

È così che l’”unica azienda altoatesina specializzata nella produzione di mozzarella”, spiega Brimi nel lancio dell’iniziativa, “si fa promotrice delle bellezze del proprio territorio: dove la Valle Isarco incontra la Val Pusteria, i vincitori del concorso vivranno un’esperienza unica tra paesaggi verdi e incontaminati, l’aria pura di montagna e le eccellenze gastronomiche dell’Alto Adige”.

Per partecipare all’estrazione del Superpremio finale sarà sufficiente inserire sul sito web dell’azienda il codice presente all’interno delle confezioni di Mozzarella Brimi Latte Fieno 3x100g”.

Il volantino con cui il concorso viene promosso nei punti vendita della Penisola offre inoltre un buono sconto del valore di 35 euro, da utilizzare in uno dei ventidue alberghi dell’area vacanze Rio Pusteria, per trattamenti nei centri benessere e per bevande extra, e mette in palio altri premi immediati, come ad esempio il guanto-cucina e il coltello-pizza di Brimi.

Latte-fieno glocal? Meglio i prodotti locali
Se da un lato merita attenzione una realtà in grado di portare i prodotti da latte-fieno fuori dal proprio territorio, dall’altro va sottolineato che nei territori in cui sono presenti produttori “del fieno” e ancor meglio “dell’erba” (c’è una gran differenza di nutrienti tra i prodotti di animali al pascolo e quelli di animali nutriti con erba essiccata, ndr), i loro prodotti andranno assolutamente preferiti per vari e inconfutabili motivi: il legame con il territorio, il sostegno alle produzioni agroecologiche, la freschezza del prodotto, la possibilità di visitare le aziende e di toccare con mano cosa vuol dire alimentare gli erbivori secondo natura.

Nel vedere crescere la proposta di aziende altoatesine in larga parte delle regioni italiane viene da sorridere (ed il sorriso è amaro, ndr) nel ripensare a chi – al Sud, in territori vocati alle produzioni estensive ovicaprine ma non certo vaccine e bufaline – ha pensato di espandere un modello di latte rimasto purtroppo una mera teoria, in quanto là quasi mai praticabile.

Italiani ma senza darlo a vedere
Ultima annotazione, tornando alla nuova mozzarella di Brimi: probabilmente si tratta della prima prodotta in Italia che evita la retorica della “bandiera” nel piatto, proponendo nell’illustrazione del packaging il bianco della mozzarella e il verde del basilico ma non il rosso del pomodoro. Forse semplicemente per dire “a ciascuno il suo”, visto che i pomodori non sono propriamente legati ai territori delle malghe. O forse per quel sentirsi in una via di mezzo tra l’Italia e l’Austria, ma sempre e comunque in una regione italiana in cui la lingua più diffusa (ce lo ricorda il sito web dell’azienda, di default in lingua tedesca) non è quella italiana.

16 aprile 2018

Ulteriori informazioni e il regolamento del concorso sono consultabili cliccando qui