Bertinelli entra in Coldiretti. Malumore nel CdA del consorzio

Nicola Bertinelli, produttore di Parmigiano Reggiano kosher, intervistato dalla tv statunitense Usa Today
Nicola Bertinelli

A poco più di un anno dall’ultimo cambio della guardia al vertice del Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano, uno dei presupposti che avevano permesso l’ampia convergenza dei consensi sull’attuale presidente, Nicola Bertinelli – la sua indipendenza dalle associazioni di categoria – viene a cadere. Bertinelli l’imprenditore di successo, Bertinelli l’innovatore e l’indipendente, a suo tempo vicino alla Cia (la sua azienda agricola è associata a quella confederazioni) ma senza mai prenderne la tessera, ha deciso di compiere il passo che ora lo lega alla Coldiretti.

La scelta dell’imprenditore parmense ha destato e sta destando clamore, specialmente nella componente reggiana del consorzio, quella che nell’aprile dello scorso anno – votando a sorpresa proprio il candidato parmense – aveva permesso di liberare il consorzio dalle gogne di vicende politiche e finanziarie (che mai hanno premiato la base produttiva, ndr) collocandolo in una dimensione d’indipendenza che l’ente non aveva mai conosciuto prima di allora. Libertà e indipendenza che rischiano quindi di durare molto meno del previsto.

A cercare di frenare il diffuso malumore degli ultimi giorni, cresciuto assieme alle voci che ormai circolavano da metà aprile,  ci ha provato lo stesso Bertinelli, offrendo al Consiglio d’Amministrazione del Consorzio, riunito mercoledì 3 maggio, le motivazioni che lo hanno portato ad iscriversi alla Coldiretti. Motivazioni che nella sostanza sono state presentate dal presidente come “una scelta squisitamente personale e che in nessun modo debbono influenzare il consorzio, ma di cui in un futuro il consorzio potrebbe avvantaggiarsi”.

Dal canto loro i consiglieri presenti non hanno obiettato più di tanto, manifestato però il loro malcontento e avanzando persino l’invito al loro presidente di tornare sui propri passi. Il timore manifesto, più vivo nella componente reggiana, è quello che le scelte future del consorzio potranno essere influenzate, come lo furono in passato e come non lo sono state in questi primi mesi della nuova gestione.

Nessuna contestazione palese e sostanziale quindi, almeno per ora, anche a fronte dei risultati prodotti in questi primi mesi della sua gestione. Certo però che la prospettiva che proprio il presidente del consorzio del Parmigiano Reggiano possa sedere sullo scranno più alto della dirigenza reggiana della confederazione agricola lascia intendere che il futuro potrebbe presentare nuovi scenari. Prospettive difficilmente in linea con le esigenze della base, che però in questo primo frangente della gestione Bertinelli sono state sempre ascoltate. E rispettate.

A ben vedere, quella dell’imprenditore parmense appare una scalata alla conquista di posizioni di potere le più ampie possibili, tant’è che la mossa verso la possibile scalata in Coldiretti arriva dopo l’insediamento di Bertinelli ai vertici dell’Arepo, la rete europea delle regioni produttrici di Dop e Igp, che di certo non era passata inosservata e che ora appare una prima mossa di una personale strategia personale del presidente del consorzio.

Per ora, sembrano dire i più, è bene attuare la necessaria vigilanza per tutelare l’indipendenza conquistata, e quel che più conta sono i risultati. Che sotto l’attuale gestione  hanno preso ad arrivare, a partire dalla modifica del piano produttivo, attuato con successo per evitare la bolla dei prezzi.

7 maggio 2018