“Un’occasione da non perdere, costi quel che costi, non bisogna farsela sfuggire”. Deve avere pensato questo, in qualche modo, il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, preparandosi ad accettare l’incarico di presidente della Coldiretti Emilia Romagna. Una scelta evidentemente soggetta a suscitare polemiche, per via delle molte implicazioni che un tale doppio incarico, in un àmbito produttivo come quello emiliano, porta con sé.
E così, adesso, dopo l’ufficializzazione della sua nuova investitura, la notizia rimbalza dalle pagine dei giornali delle province emiliane nei commenti degli operatori locali, divisi tra i complimenti più o meno sinceri e le critiche, anche severe.
Tra i primi a rallegrarsi per l’incarico figura Simona Caselli, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna che, appena saputo della nomina dell’imprenditore parmense ai vertici della maggiore organizzazione agricola regionale ha commentato parlando di «un imprenditore di cui ho apprezzato la carica di innovazione e l’energia, sin da quando è stato chiamato alla guida del Consorzio del Parmigiano Reggiano (un anno e mezzo fa, ndr)». «Sono certa», ha aggiunto Caselli, «che la nostra collaborazione potrà essere proficua, con l’obiettivo di tutelare sempre più l’interesse dell’agricoltura della nostra regione».
Com’era prevedibile, sono arrivati anche i commenti negativi tra ha brillato (si fa per dire) per la sua ostilità il messaggio ufficiale con cui Confcooperative Reggio Emilia ha invitato Bertinelli a fare una scelta: quella di stare o nel Consorzio o in Coldiretti, accomiatandosi o da uno o dall’altro incarico, verosimilmente da quello ricoperto nell’ente di tutela.
“Bertinelli si deve dimettere dall’uno o dall’altro incarico”, sentenziano i vertici del sindacato in un messaggio pubblicato sul loro sito web, “perché è inconcepibile che possa essere contemporaneamente presidente del Consorzio di tutela della più prestigiosa e conosciuta Dop italiana, il Parmigiano Reggiano, e presidente di un’organizzazione regionale, la Coldiretti, che deve allo stesso modo tutelare anche il principale concorrente, cioè il Grana Padano”.
“Bertinelli”, incalza Confcooperative, “non solo ha tradito la fiducia di chi lo ha eletto un anno e mezzo fa, quando si presentò come candidato indipendente, usando poi il Consorzio come trampolino di lancio per altri incarichi che riguardano solo una parte dei produttori, ma ora deve spiegare ai mercati e ai consorziati come può rappresentare due prodotti in concorrenza su tutti i mercati del mondo e caratterizzati da disciplinari produttivi, sistemi di produzione e struttura imprenditoriale così diversi”.
‘‘Bertinelli? Ha tradito la fiducia di chi lo ha eletto’’ – A differenza di quanto accaduto con Bertinelli, “gli incarichi di altri presidenti, da Bonati ad Alai, a Bezzi”, insiste Confcooperative, “erano chiari prima della loro elezione e peraltro legati alla rappresentanza dei consorziati. È dunque evidente il tradimento della fiducia di chi ha eletto Bertinelli, ma rispetto a questo pur rilevante aspetto prevale largamente il tema di una incompatibilità di fatto tra due incarichi che espongono il consorzio al rischio di una continua mediazione e di un continuo patteggiamento fra gli interessi dell’una e dell’altra Dop, ma anche tra le politiche del Consorzio del Parmigiano Reggiano e quelle di un’organizzazione di categoria”.
La polemica così innescata è ricca di argomentazioni e carica di aspetti non trascurabili. Le accuse, molto articolate, sono riferite qui sul sito del quotidiano locale La Gazzetta di Reggio.
22 ottobre 2018