Croissant Bauli: non c’era salmonella. L’azienda chiede il risarcimento danni

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A quasi un mese dal richiamo alimentare che ha riguardato la Bauli per un lotto di croissant contaminati da salmonella, l’azienda veronese comunica con comprensibile enfasi che le controanalisi hanno dato esito negativo.

Secondo la notizia diffusa a fine settembre dal sito web del Ministero della Salute (ora rimossa) le merendine Bauli interessate dal ritiro (a lievitazione naturale, con crema al latte, in confezioni da 6 croissant da 50 grammi ciascuna, ndr) appartenevano al lotto LA8312BR prodotto nello stabilimento di Castel D’Azzano (VR), con scadenza 30 novembre 2018.

Il richiamo dei croissant Bauli dal sito web del Ministero della Salute

All’origine del caso ci sarebbe stato un errore nelle prime analisi effettuate, non confermato dalle controanalisi. “Bauli”, spiega l’azienda in una nota stampa, “desidera confermare che si è trattato di un errore da parte della Asl di Salerno e del laboratorio che ha effettuato l’esame. Sia i campioni di controllo mantenuti presso i nostri stabilimenti, sia quelli prelevati originariamente dalla Asl e poi analizzati da un laboratorio terzo, hanno rilevato la totale assenza di salmonella nei nostri prodotti”.

Secondo i responsabili dell’azienda il dubbio sull’attendibilità delle indagini di laboratorio era stato palese sin dall’annuncio ministeriale che aveva accompagnato il ritiro. “Era per noi incomprensibile”, sottolinea la Bauli, “come un prodotto da forno, sottoposto a cottura, potesse essere stato anche solo ipoteticamente inquinato dal batterio della salmonella”.

“Non ci risulta infatti”, prosegue l’azienda dolciaria veronese, “che un richiamo di questo genere sia mai avvenuto per altri prodotti da forno, a differenza di carni, molluschi, uova e spezie”. In ogni caso, “con l’intento di rassicurare i nostri consumatori, pur non condividendo l’avviso pervenuto dal Ministero della Salute, abbiamo predisposto il richiamo del lotto segnalato assumendocene l’intero onere”.

“Non comprendiamo”, conclude la nota della Bauli, “come sia possibile che il richiamo sia stato proposto senza verificarne la correttezza determinando panico ingiustificato tra i consumatori e grave danno di immagine ad un’azienda che si è distinta per serietà e qualità nell’arco di quasi cento anni di storia”.

L’azienda ha poi lasciato trapelare che “intende tutelare i propri diritti e quelli dei consumatori con tutti gli strumenti di legge disponibili”. Anche per questo motivo il caso offre diversi spunti interessanti, tanto ai consumatori quanto ai professionisti del settore. Ai primi dà l’opportunità di capire come funzioni la procedura di controllo e analisi (all’azienda “investigata” viene lasciato un campione per le controprove, ndr); agli organi d’informazione del settore agroalimentare e a chi opera nell’àmbito legale garantisce l’opportunità di valutare i risvolti operativi tecnici e giuridici di un caso in cui l’azienda produttrice contesti a pieno titolo agli organi amministrativi l’evidente danno d’immagine ricevuto.

29 ottobre 2018