Se c’è una cosa che non si può negare al governo pentastellato della città di Roma è l’impegno profuso nel dimostrarsi differente rispetto a tutte le amministrazioni che l’abbiano preceduto. L’originalità è al potere, senza dubbio; la concretezza assai meno, purtroppo. Lo ha confermato in questi giorni la riapertura di uno dei siparietti grillini: quello della commedia che riguarda i tanti prati pubblici “da brucare”. Un’erba che, finalmente, è tornata ad essere vista come “erba da sfalciare”.
L’annuncio del ritorno dei giardinieri – quarantasei squadre con motofalciatrici e decespugliatori, come si faceva una volta – non lascia spazio ai dubbi: a rientrare tra i ranghi dei comprimari saranno i volontari che operano in alcune delle ville comunali, che nei mesi scorsi erano apparsi inadeguati a fronteggiare una crescita dell’erba commisurata alle abbondanti piogge.
Ad uscire di scena, finalmente, e ci auguriamo per sempre, sono quindi le mucche, che secondo le dichiarazioni rilasciate mesi orsono dall’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, sarebbero state – al pari delle pecore – idonee a brucare le erbacce dei prati romani. Stessa sorte per gli altri quadrupedi erbivori su cui in passato era state fatte ipotesi: dai cavalli alle capre, alle stesse pecore, le velleità eco-ambientaliste dei grillini si spengono così, con molto meno clamore rispetto ai giorni in cui erano state accese.
Restano sullo scenario romano altre affascinanti ipotesi, elargite a piene mani all’ingenuità popolana: dalle api anti-smog ai falchi anti-guano, con tanto di falconieri in servizio. Il dubbio che ci assale, ripensando al concetto di “creatività al potere”, è che lo slogan con cui un’ala del movimento studentesco degli Anni Settanta rivendicava la necessità di “rinverdire” una politica a dir poco “compassata” non sia più spendibile ai nostri tempi. Oggi, per far fronte a decenni di approssimazione, clientelismo, dabbenaggine – e inciuci – servirebbero principalmente serietà e rispetto degli impegni presi con gli elettori. Doti che l’attuale governo della Capitale deve ancora dimostrare di avere.
Al momento non ci resta che attendere che – a differenza dei ruminanti – i monogastrici giardinieri tornino all’opera, come una volta. L’idea, in linea di massima, sembra attuabile, quindi non ci resta che attendere la loro discesa in campo, meglio se foraggiati di tanto carburante, perché l’erba da tagliare è davvero molta. E molto alta. E la pazienza di chi assiste alla crescente decadenza della città, giorno dopo giorno, è inversamente proporzionale ad essa.
26 novembre 2018