Il latte d’erba è ok: la notizia raggiunge il target ’’popolare’’

foto Agricola Salvaderi©

Parlavamo con amici bartender, tempo fa, di caffè e di vecchie usanze, come quella di addizionare nella tazzina un po’ di panna, o di ricotta. Nei ricordi di molti che, come noi, hanno qualche capello grigio c’è quasi sempre un parente, un vicino, un conoscente che aveva il vezzo di “addolcire” la corroborante bevanda, appena versata dalla “moka”, ma non con lo zucchero. Chi con un cucchiaino di panna, chi con un poco di ricotta.

Oggi che le moka – a quanto pare – sono al tramonto, e che l’onda lunga che arriva dagli States ci riporta un uso del Caffé che il più delle volte è “riveduto e (s)corretto” (il pensiero corre al fenomeno Starbucks), lo spazio per meravigliarsi è finito. Neanche per chi – in un eccesso di “famolo strano” – propone un uso del burro che ci appare assai più improprio del bertolucciano “Ultimo tango”.

Per quanto in una pregevole foto della Getty Images, vedere una noce di burro nella tazzina di caffè, in parte disciolto in chiazze oleaginose, non ha evocato in noi sensazioni un granché felici, leggendo le informazioni che accompagnano l’immagine, vi confessiamo che il buonumore ha avuto la meglio sulla sorpresa. E sul disappunto.

Sembra proprio la stessa foto, ed è assai poco invitante, quella usata dal blog Che donna (qui) e quella già pubblicata dal sito web statunitense Eatsiptrip

Il sito web (sembra una testata giornalistica ma crediamo sia un semplice blog) che rilancia una notizia molto probabilmente ripresa da fonti statunitensi, si chiama “Che donna” ed è un contenitore di informazioni di taglio nazional-popolare, in cui beauty, tendenze, gossip e tatuaggi sono al centro degli interessi dei lettori.

Sembra proprio la stessa foto, ed è assai poco invitante, quella usata dal blog Che donna e quella già pubblicata dal sito web statunitense Eatsiptrip (qui)

L’aspetto rilevante di questa “notizia-non-notizia” – vale a dire “c’è chi mette il burro nel caffè” – a prescindere dalla genesi del pezzo (articolo giornalistico o figlio del “copia e incolla”?) non è tanto nella trattazione stessa del “prodotto” (il caffè con burro), quanto piuttosto nelle affermazioni concernenti il latte e i suoi derivati, già che in maniera sorprendentemente corretta (quantomeno al di sopra della media) il pezzo elenca i motivi per cui il consumatore dovrebbe preferire quello dell’erba e del fieno a quello dei mangimi.

La richiesta di mercato porterà al cambiamento – Laddove le ripetute azioni da noi operate nella dimensione reale e locale (su Roma: leggi qui e qui) e più ampiamente sul piano “social” iniziano a portare i primi risultati (nella capitale il latte Salvaderi è passato dai 900 ai 2400 litri venduti a settimana da fine maggio a metà novembre), rivelando che i consumatori più consapevoli sono disponibili a spendere di più per un latte finalmente sano – e stanno agendo in quella direzione – il sapere che anche un pubblico più ampio – che magari non pensa molto a nutrirsi in maniera corretta – venga raggiunto da qualche concetto “nuovo” in materia(*), lascia finalmente sperare che la richiesta possa nel tempo aumentare. E che altre aziende ancora, al passo con i Salvaderi e altri, decidano presto di riconvertire ad una dimensione sostenibile ed ecologica del produrre latte.

3 dicembre 2018

(*) ne citiamo alcuni tratti dall’articolo qui menzionato del blog “Che donna”:
1. il “latte vaccino nutrito con erba è l’unico a contenere questi grassi buoni che regolano i livelli di colesterolo invece di aumentarlo” (che il latte “sia nutrito” fa sorridere, ma l’importante è che si capisca il senso!)
2. il “latte di mucca nutrito con erba fornisce grassi sani per il cervello e il corpo”
3. “l’acido linoleico coniugato che si trova nel burro di latte vaccino nutrito con erba è un acido grasso essenziale… che aiuta a ridurre il grasso, specialmente nelle persone in sovrappeso”