Crisi latte: prospettive più incerte dopo le dimissioni di Palitta

Salvatore Palitta in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Le sue dimissioni erano nell’aria, non tanto o non solo per le pressioni ricevute a seguito del deflagrare della protesta dei pastori sardi, bensì per il termine di un ciclo di operato, e di un incarico, che prevedevano una scadenza di mandato. Stiamo parlando di Salvatore Palitta, fino a venerdì scorso – 22 febbraio – presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano Dop.

Essere il numero uno della realtà che da anni regola – seppur indirettamente – il prezzo del latte ovino in Sardegna non dev’essere stato facile – soprattutto nelle ultime settimane – per Palitta che, da operatore preparato qual è (stimatissimo presidente della cooperativa La Concordia di Pattada) forse nell’agosto del 2015, accettando l’incarico, confidava nella possibilità di segnare il periodo della sua reggenza con l’impronta dell’innovazione, in un mercato largamente da riformare.

La foto che ha accompagnato l’annuncio di Palitta su Facebook

Nel congedarsi dal ruolo ricoperto in questi tre anni e mezzo, Palitta ha colto l’occasione per togliersi il proverbiale sassolino nella scarpa, e lo ha fatto – com’è ormai consuetudine di molti – dal proprio profilo Facebook. Nel suo j’accuse Palitta prende di mira la Gdo e sul deprecabile fenomeno delle “aste al ribasso” scrive: “Dopo aver creato il mostro, individuato la fragilità di una filiera frammentata, la debolezza contrattuale del pastore, la debolezza contrattuale dei trasformatori del mercato, chi è il vero Dominus? Che nessuno ha il coraggio di pronunciare: La Gdo con il suo potere contrattuale, con le aste al ribasso. Eppure durante la negoziazione con i fornitori devono garantire un’equa ripartizione del reddito in tutta la filiera”.

Palitta conclude congedandosi con un Post Scriptum che suona così: “il giorno 22 febbraio scade il mio mandato; ho già provveduto a rassegnare le mie dimissioni in coerenza con il mandato assegnato dal Cda”.

Tra i commenti ricevuti dal post, molti lamentano la prospettiva di un dopo-Palitta non all’altezza della situazione, quindi qualcuno avanza un sobrio invito al ripensamento. Da tutti gli intervenuti emergono segnali di stima e il timore che, dopo un presidente così preparato, sarà assai arduo il compito di ricoprire quel ruolo in questa critica congiuntura.

A quanti hanno espresso dubbi sul fatto che solo sulla Gdo si possa scaricare l’intero fardello delle responsabilità, Palitta ha risposto dopo poche ore, riproducendo l’articolo 9.1 di un contratto tra un’azienda della Gdo e i suoi fornitori: “Il fornitore garantisce che i prezzi offerti durante la negoziazione Telematica non saranno inferiori ai costi di produzione e saranno sufficienti per garantire condizioni economiche e contrattuali eque verso tutti i partner della propria filiera e condizioni adeguate verso i rispettivi dipendenti”.

Parole che pesano come il piombo, e che si spera possano essere di monito a chi si assumerà l’onere di riorganizzare un intero comparto ed un’intera economia regionale in grave, gravissima crisi.

25 febbraio 2019