La vicenda delle analisi truccate, a Brescia, per ottenere illecitamente i premi qualità del latte, arriva alle battute conclusive, con due proscioglimenti e trentacinque soggetti che restano indagati. Lo hanno disposto i giudici al termine dell’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio, scaturita dalle indagini della Procura del capoluogo lombardo, protrattesi per oltre un anno.
Davanti ai giudici compariranno così, il 9 dicembre prossimo, trentaquattro allevatori e Giuseppe Bolzoni, al tempo dei fatti responsabile del Centro Latte dell’Izsler (Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna) di Brescia.
Le accuse riguardano i reati di falso e di truffa aggravata. Le indagini presero il via a seguito di un controllo operato nel novembre del 2016 dagli ispettori regionali, che rilevarono anomalie nella refertazione del pagamento dei premi per il latte di qualità. In particolare sarebbe stato falsato il riconoscimento dei requisiti minimi per erogare il pagamento del premio agli allevatori (contributo per la qualità del latte).
L’ammontare complessivo erogato indebitamente si aggira attorno ai 180mila euro, che sarebbero stati liquidati tra il 2015 e il 2016. Tra le aggravanti, si evidenzia anche la truffa ai danni dell’Unione Europea. I premi per la qualità del latte sono uno dei mostriciattoli nati tra le pieghe di una politica fatta di connivenze, incapace di sanare un settore, quello della zootecnia intensiva, che – lo dicono le indagini delle associazioni ambientaliste con sempre maggiore insistenza – aggrava di giorno in giorno una già precaria situazione ambientale e penalizza chi, producendo in modo virtuoso, riesce ad intercettare solo le briciole dei cospicui fondi erogati.
4 marzo 2019