Latteria Soresina è una grande cooperativa con sede nell’omonima cittadina cremonese, 26 chilometri a nord-ovest dal capoluogo di provincia. Nei giorni scorsi il suo management ha comunicato con grande enfasi i positivi risultati registrati nel 2018, a partire da un incremento di fatturato del 10%, nonostante i ribassi di prezzo registrati nel medesimo anno dal Grana Padano, prodotto di punta dell’azienda.
Il giro d’affari è passato dai 365 milioni di euro del 2017 ai 375 dello scorso anno (+2,5%), a fronte, sostengono gli interessati – ed è assai verosimile – di una campagna pubblicitaria che gli stessi hanno definito “efficace”. Una campagna che ha messo al centro della narrazione le condizioni di vita delle vacche allevate (prevalentemente in stalla, purtroppo, ndr), vale a dire il cosiddetto “benessere animale” (ma quello reale per noi non esiste senza erba e senza pascolo, ndr), e le modalità di allevamento, che l’azienda ha deciso di presentare come “sostenibili” (un solo dubbio: il mais che è alla base della loro alimentazione non si produce in monocoltura? non sottrae acqua all’ambiente? non impoverisce la biodiversità? a dirlo non siamo solo noi: sono una gran quantità di studi scientifici, e gli ambientalisti di Greenpeace).
Sul piano degli investimenti, il Consiglio di Amministrazione della società ha ritenuto che la situazione di calo dei prezzi del 2018 rappresentasse un’occasione propizia per investire sull’incremento delle proprie “quote Grana”, acquisendone 20mila da terzi, in attesa di una possibile ripresa del mercato. Le nuove quote verranno il larga parte utilizzate nello stabilimento di Chiari, in provincia di Brescia, acquisito nel 2017 e ristrutturato l’anno scorso.
Nel corrente anno la cooperativa prevede di chiudere l’esercizio con un fatturato di oltre 400 milioni di euro e con più di 200 soci conferitori, da cui ritira quotidianamente 1.200 tonnellate di latte, pari all’11% delle richieste di mercato della Lombardia (5% di quelle italiane).
1 aprile 2019