Agricoltura e montagna al centro del piano di sviluppo trentino

Un tipico maso trentino – foto Wolfgang Moroder© – Creative Common License

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha scelto la platea del convegno nazionale dedicato alla futura Pac (Politica agricola comune), tenutosi nella suggestiva cornice di Castel Ivano a Strigno di Valsugana, domenica scorsa, e lo ha fatto ribadendo l’impegno della propria amministrazione a sostegno dello sviluppo delle aree montane e dell’agricoltura delle Terre Alte.

«In Trentino», ha esordito Fugatti, «abbiamo iniziato un percorso che ci porterà agli Stati generali della montagna: lo abbiamo fortemente voluto perché crediamo che chi lavora in montagna, soprattutto in agricoltura, debba continuare a farlo nelle migliori condizioni. Il nostro percorso coincide oggi anche con i grandi temi delle politiche agricole comunitarie; è quindi importante che diverse esperienze locali trovino voce in Europa per ridisegnare il futuro della montagna e delle agricoltura, fondamentali per il Trentino e per le Alpi».

Nel corso della giornata sono intervenuti anche il vicepresidente della Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Paolo De Castro, il sottosegretario alle politiche alimentari forestali e del turismo Franco Manzato, l’assessore provinciale all’agricoltura foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli.

Come hanno convenuto tutti gli intervenuti, quando si parla di politiche agricole e di montagna, è decisivo che vengano salvaguardate le produzioni tipiche e la funzione di presidio ambientale, volàno irrinunciabile per la promozione del territorio. Una visione che mette in stretta relazione – come dovrebbe essere ovunque – il settore primario con il turismo.

Per raggiungere gli obiettivi preposti sarà fondamentale che in àmbito comunitario venga posta la questione delle risorse, come anche il sostegno al lavoro delle aziende agricole, con le loro produzioni tipiche e di qualità.

Il convegno ha inoltre preso in considerazione molte delle questioni legate alle aree di montagna: il futuro del bilancio della Politica agricola comune (Pac), alla luce dei tagli prevedibili a seguito dell’uscita della Brexit e la revisione del primo pilastro della Pac, relativo agli aiuti diretti, con la presa d’atto che la montagna non può essere dimenticata. A ciò si aggiunge il rilancio del secondo pilastro, relativo allo Sviluppo Rurale, per incentivare la crescita integrata dei territori alpini nella logica della sostenibilità e dell’innovazione.

A tale proposito, ha sottolineato nel suo intervento il presidente di Acli Terra trentino Flavio Sandri, «è necessario rivedere le politiche nazionali fin qui realizzate per limitare lo strapotere delle pianure e favorire uno sviluppo armonico e responsabile della montagna e delle Alpi, in particolare».

Le priorità del Trentino nelle parole dell’assessore Zanotelli
Nel suo intervento, l’assessore Zanotelli ha passato in rassegna le priorità del Trentino in materia di agricoltura e rilancio delle montagna, in particolare per il rilancio del comparto legno (anche per i danni patiti a ottobre dal patrimonio boschivo), per l’attenzione verso i giovani in agricoltura, e per la loro formazione (“sono loro il nostro futuro e chiedono di poter crescere con le loro aziende”), per la gestione dei grandi carnivori (e la necessità di portare avanti il dialogo con il ministro Costa), per la sinergia tra turismo e agricoltura (con la revisione della legge sugli agriturismi), per la gestione della risorsa acqua (“importante per il mondo agricolo e per quei territori che già oggi soffrono della carenza idrica”), per la comparsa di nuovi parassiti e i limiti massimi ai trattamenti a base di rame (“la ricerca sta compiendo passi in avanti ma non è ancora in grado di offrirci risposte definitive”), così come per il recupero dei prati-pascolo (“aree che vanno restituite al mondo agricolo”).

«La nuova Pac», ha concluso l’assessore Zanotelli, «deve incentrarsi anche sulle specificità dell’agricoltura di montagna e garantire maggiore centralità ai territori virtuosi, in grado di sviluppare progetti importanti con adeguate ricadute economiche, sociali e ambientali. L’obiettivo comune, e del Trentino in particolare, è quello di favorire l’affermarsi di aziende agricoli forti, in grado di reggere il mercato e sostenersi con i propri mezzi, affrancandosi dai sussidi per la propria sopravvivenza”.

Il punto di vista europeo nell’intervento di Paolo Di Castro – Dal canto suo, invece, il vicepresidente della Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Paolo De Castro, ha voluto riprendere e approfondire due temi trattati dall’assessore Zanotelli: sulla presenza del lupo nelle Alpi e negli Appennini, rivelando che «la direttiva “Habitat” che» sinora ha «ha impedito l’attuazione dei piani locali di abbattimento, verrà modificata».

«Per quanto riguarda la direttiva europea che limita a 4 chilogrammi ad ettaro (prima erano 6, ndr) l’utilizzo del rame nei trattamenti bio», ha puntualizzato l’ex ministro dell’agricoltura italiano, «si cercherà un accordo che potrà prevedere di spalmare su più anni il limite. Per intenderci ci si potrà trovare nella situazione di utilizzare più di 4 chili in un annata sfavorevole per poi limitare quella soglia nell’annata successiva».

In merito alla nuova Pac, De Castro ha annunciato che la Commissione Europea all’agricoltura sta lavorando per trovare un accordo mediano fra il presidente della commissione Hogan, propenso ad attuare dei piani strategici nazionali unici, e le Regioni italiane, che intendono proseguire sulla strada dei singoli piani regionali: «Quest’ultima impostazione sarebbe troppo onerosa», ha spiegato De Castro, «e quindi sono del parere di proporre un Piano strategico unico per l’Italia con la possibilità di inserimento di proposte regionali che tengano conto delle singole specificità».

31 marzo 2019